Ora è ufficiale: la Legge Fornero non tornerà nel 2024. L’incubo è stato scongiurato, nonostante il governo non sia riuscito a varare una riforma strutturale delle pensioni. Andiamo a vedere quali saranno le opzioni per andare in pensione il prossimo anno.
Legge Fornero scongiurata per il 2024
Le misure di riforma delle pensioni per il 2024 incluse nella Legge di Bilancio possono essere così riassunte:
- Quota 103 sarà sostituita da Quota 104, con un cambiamento nel requisito anagrafico (41 anni di contributi e 63 anni di età), mentre gli altri parametri rimarranno invariati. Inoltre, APE Sociale e Opzione Donna saranno eliminate, sostituite da una nuova misura finanziata dal Fondo per la flessibilità in uscita.
- La rivalutazione delle pensioni sarà confermata, con l’indicizzazione degli assegni al tasso d’inflazione nel 2024, seguendo uno schema simile a quello dell’anno corrente. Inoltre, ci sarà un aumento delle pensioni minime per gli over 75, anticipato grazie al conguaglio del 2023, attivo a partire da novembre.
- Per la pensione di vecchiaia confermati i requisiti dei 67 anni di età e 20 anni di contributi, con l’eliminazione della condizione secondo cui i lavoratori con un’anzianità contributiva successiva all’1 gennaio 1996 potevano accedervi solo se il loro assegno superava 1,5 volte l’Assegno Sociale.
Flessibilità in uscita: come si andrà in pensione nel 2024?
Il sistema di pensionamento subirà delle modifiche significative nel 2024. La Quota 103 sarà effettivamente sostituita da Quota 104, con il requisito contributivo che rimarrà a 41 anni ma l’età anagrafica richiesta sarà incrementata a 63 anni. Restano invariati gli incentivi per coloro che desiderano rimanere al lavoro, così come le finestre di decorrenza previste.
L’Opzione Donna non sarà più separata, ma sarà incorporata nell’ex APE Sociale che subirà alcune modifiche. Queste due opzioni convergeranno in un nuovo strumento di flessibilità in uscita. Ora, coloro che possono usufruirne sono i caregiver, i disoccupati, le persone con disabilità superiori al 74% e coloro che svolgono lavori gravosi. Tuttavia, il requisito contributivo verrà abbassato a 35 anni per le donne.
Queste revisioni comporteranno una restrizione sia per l’APE Sociale che per l’Opzione Donna. In particolare, saranno penalizzati i lavoratori impegnati in mansioni gravose, che non potranno più accedere all’uscita anticipata con 30 anni di contributi. Per quanto riguarda l’Opzione Donna, l’età richiesta per il pensionamento aumenterà (63 anni), e verranno ridefinite le categorie di persone idonee, includendo tutte le disoccupate.
In sintesi, queste modifiche puntano a rendere più restrittivo l’accesso al pensionamento anticipato e a incoraggiare le persone a rimanere più a lungo al lavoro.