Titus Ekiru, vincitore della maratona di Milano del 2021, è stato squalificato per dieci anni causa doping e ostacolo alle indagini
Titus Ekiru squalificato per dieci anni per doping
Stando a quanto comunica la Commissione etica della federazione mondiale, il vincitore della maratona di Milano del 2021 Titus Ekiru è stato squalificato per dieci causa doping e ostacolo alle indagini. Proprio dopo la vittoria di Milano (raggiunta il 16 maggio 2021 con il tempo di 2 ore 2 minuti e 57 secondi), l’atleta keniano risultò positivo al doping. Sempre nel 2021, ma a fine anno ad Abu Dhabi (la Abu Dhabi Marathon del 26 novembre), il corridore trentunenne venne trovato ancora una volta positivo. Una prima sospensione provvisoria era stata comunicata a Ekiru il 28 giugno 2022, poichè questi aveva assunto petidina (nella gara di Abu Dhabi) e il triamcinolone acetonide (nella competizione milanese), una sostanza vietata dall’inizio del 2022. Stando ai controlli effettuati dall’AIU – ovvero la Athletics Integrity Unit – Ekiru avrebbe infatti, mediante l’utilizzo di documentazioni false e l’aiuto di un medico, avrebbe compiuti questi illeciti. Confermata la decisione della sospensione,Titus Ekiru è stato privato dei titoli conquistati e non potrà correre fino al 2032. La condanna di dieci anni è la somma dei quattro anni legati alla prima positività, quattro anni per la seconda, più due per l’aggravante di aver cercato di condizionare i dati che avrebbe potuto discolparlo.
Doping: gli ultimi casi che hanno coinvolto il mondo dello sport
L’aggiornamento riguardante la squalifica di dieci anni inflitta a Titus Ekiru non è l’unica notizia riguardante il doping nel mondo dello sport. In questi giorni infatti abbiamo scritto di Divine Oduduru, il velocista africano, squalificato sei anni per doping sempre dalla l’Athletics Integrity Unit. Sull’atleta nigeriano pendevano le accuse di aver violato in due punti il regolamento del Codice Mondiale Antidoping (detto anche regolamento WADA). Nello specifico Oduduru avrebbe posseduto e forse usato delle sostanze dopanti. Il Tribunale disciplinare ha infine deciso per la squalifica di sei anni, alla luce delle violazioni dei punti 2.6 (possesso di sostanze dopanti) e 2.2 (uso o tentato uso di più sostanze proibite) del codice sopracitato. Nel periodo in cui l’indagine ha preso il via, Divine Oduduru si è sottoposto ad ulteriori test e analisi anti-doping, risultate negative e finalizzate alla sua non colpevolezza. Vicenda più curiosa riguarda invece Vladimir Nikolov, ex capitano della Bulgaria di pallavolo, scoperto positivo al doping ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Ma la notizia è stata divulgata solo adesso. La vicenda è venuta a galla in questi giorni, con il sito bulgaro sportal.bg che dimostra come all’interno dell’archivio online del sito del Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS), situato a Losanna, in Svizzera, sia presente un documento in cui il capitano risulti colpevole di doping. Ciò che apprendiamo dalla lettura di questo documento, è che il prelievo del campione effettuato sul pallavolista risale alla partita contro l’Inghilterra ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Ad effettuare i test a Londra fu la WADA. dopo il primo test, i campioni vennero trasferiti a Losanna e analizzati di nuovo nel 2019. Il risultato è la presenza di uno steroide anabolizzante vietato: la metabolita metiltestosterone. La decisione di un ricorso da parte dei CIO bulgaro è datata ottobre 2020. Vladimir, come riportato dalla medesima fonte bulgara – e come possiamo leggere direttamente dalle fonti ufficiali – si è dichiarato immediatamente colpevole, ricordando come all’apertura del campione B venne trovata quella sostanza. Nikolov dichiarò allora di non aver mai usato sostanze proibite e di aver preso solo integratori forniti dallo staff medico della squadra. Inoltre affermò di non preso nessun farmaco privo di prescrizione medica. L’unica ipotesi che fornì fu la possibilità di un integratore contaminato.