Non si placano i bombardamenti nella guerra tra Russia e Ucraina ma, intanto, il presidente Vladimir Putin è volato a Pechino dove avrà modo di incrociare il suo omologo Xi Jinping in una visita che durerà due giorni. Obiettivo dell’incontro tra lo zar russo e il presidente della Repubblica Popolare Cinese sarà quello di analizzare a 360º le posizioni di Russia e Cina, in particolare con la prima che in seguito agli sviluppi del conflitto bellico si è ritrovata in una condizione di dipendenza dallo stato cinese.
È quanto emerge dall’analisi di Alexander Duben, esperto di relazioni internazionali, che ha precisato lo scopo del vertice di Pechino a cui parteciperanno oltre 130 Paesi attraverso i propri rappresentanti. Si parla dunque di “nuove Via della Seta” a sottolineare l’esigenza da parte di Mosca di trovare accordi che uniscano le parti sotto il profilo economico e militare.
Guerra, il programma della visita di Putin a Pechino
Come anticipato, il viaggio di Putin avrà un’importanza fondamentale per lo sviluppo delle relazioni tra Mosca e Pechino in ottica futura ma, intanto, il primo giorno di visita del presidente russo sarà più cauto. Nello specifico, lo zar russo si concentrerà inizialmente negli incontri con i colleghi presenti al Terzo Forum Internazionale “One Belt – One Road”, in attesa di incrociare definitivamente Xi Jinping nella giornata di domani.
Va da sè che la parte di accordi bilaterali tra Mosca e Pechino sarà solo uno degli argomenti del vertice cinese, mentre sullo sfondo ma in maniera sempre più centrale resta il tema dei bombardamenti a Gaza degli ultimi giorni. Uno scenario preoccupante che richiede l’esposizione di ambo le parti che finora hanno mantenuto un atteggiamento prudente: è risaputo, come confermato da Blinken in serata, linfluenza che la Cina può esercitare sul Medio Oriente e dunque ci si aspetta un tentativo di alleggerire le tensioni, ormai prossime ad un escalation.
Dall’altro lato, anche la Russia di Putin non si è ancora sbilanciata sul conflitto israelo-palestinese con il presidente russo che allo stesso tempo ha riconosciuto il diritto alla sicurezza di Israele ma anche il diritto per la Palestina di avere uno stato proprio.