Oltre a Bitcoin e alle principali Altcoin, capeggiate da Ethereum, il panorama delle criptovalute presenta un gran numero di soluzioni che vantano le caratteristiche giuste per poter prima o poi calamitare l’attenzione degli investitori.
Tra di esse c’è anche Icon, un progetto nato in Corea del Sud nel corso del 2019. A rendere meritevole di attenzione questa soluzione è il suo intento di rispondere ad un’esigenza sempre più forte nel settore della blockchain, l’interoperabilità. Andiamo quindi a vedere che tipo di risposta sta cercando di fornire in tal senso.
Cos’è Icon e chi ha lanciato il progetto
Icon è un progetto lanciato da Min Kim, segnalatosi in precedenza per il lavoro condotto in veste di chief strategy officer all’interno del DAYLI Financial group. Stiamo in pratica parlando della maggiore realtà sudcoreana operante nel settore della finanza decentralizzata.
L’idea da cui è partito è la volontà di costruire una infrastruttura blockchain interoperabile, grazie alla quale sia possibile stabilire un collegamento tra le comunità autonome presenti in rete e le aziende che propongono servizi e beni e servizi nella vita quotidiana. ICON Network, in particolare, si dedica alla fornitura di servizi di connettività che spiccano per la capacità di bypassare intermediazioni e ostacoli di vario genere.
Icon, inoltre, si propone come strumento di pagamento su blockchain, l’emissione di certificati digitali, il lancio di stablecoin, la produzione di token non fungibili (NFT) e la promozione di oracoli decentralizzati. E, ancora, si occupa di eventi elettorali e e-government.
Per quanto riguarda il suo funzionamento, la rete viene protetta da un meccanismo di consenso fondato sulla cosiddetta prova di partecipazione delegated Byzantine Fault Tolerance (dBFT). Chi viene scelto in qualità di validatore, quindi a gestire le operazioni che avvengono al suo interno, viene indicato come C-Rep, mentre il token utilizzato per lo staking è ICX.
Le collaborazioni di Icon
Nel dipanare la sua rete, Icon ha varato una lunga serie di partnership con altre aziende sudcoreane, in particolare con Band Protocol, nell’intento di integrare oracoli in grado di assicurare sicurezza e decentralizzazione a favore delle dApp sulla sua blockchain.
Oltre a Band Protocol, Icon collabora con altre aziende private di rilievo, tra cui si fanno notare:
- Shinhan Bank, ovvero la seconda banca commerciale del Paese asiatico.
- ICONLOOP, una delle principali realtà locali operanti nella tecnologia blockchain, la quale guida il più grande consorzio che lavora nel settore dell’identità decentralizzata. Consorzio che deve la sua notorietà al fatto di essere stato incaricato dall’isola di Jeju di tracciare i contatti durante la recente pandemia di Covid, senza scalfire i necessari standard in fatto di riservatezza e sicurezza;
- Danal Fintech, azienda cui fa riferimento Paycoin, app globale nel settore dei pagamenti e delle rimesse.
A proposito di Icon
Icon si è fatta ripetutamente notare nel corso degli ultimi anni, proprio per il lavoro condotto in patria sull’iperconnettività. Dopo aver ottenuto un permesso rilasciato dalla Financial Services Commission in qualità di fornitore di servizi aziendali decentralizzati, ha varato Zzeung, un sistema adibito al tracciamento dei casi di Covid, senza ledere diritti in tema di privacy. Grazie ad esso è anche possibile archiviare i dati necessari per l’autenticazione degli utenti e il riconoscimento facciale nei prodotti finanziari.
Per quanto riguarda i certificati digitali, Icon ha poi affiancato alcuni atenei sudcoreani nell’emissione e nell’archiviazione di quelli destinati agli studenti. Oltre a fornire una soluzione alla maggiore impresa operante nel settore del recruitment di manodopera sul web, grazie alla quale è possibile la verifica delle credenziali proposte dai vari candidati.
Infine, ha varato la piattaforma di prestiti Open Money Market, e il DAO Balanced Network, grazie al quale è possibile creare stablecoin sulla propria blockchain. Proprio queste realizzazioni hanno consentito al progetto di acquisire una rilevante reputazione.
Le prospettive per il futuro
Il progetto Icon è molto interessante. A renderlo tale il forte accento sul concetto di comunità, esplicitato dalla cosiddetta Icon Republic. Una definizione la quale va a indicare le comunità autonome raccolte intorno a Nexus, la blockchain basata su loopchain delegata a fungere da base. Ognuna di esse è dotata di proprie regole, in cui ai nodi è affidata la funzione di governare e mantenere in perfetta efficienza la rete.
Mente il collegamento tra il centro e la periferia spetta ai C-Rep, ovvero i delegati scelti dalle stesse. In pratica, l’Icon Republic può essere considerata un vero e proprio hub che ospita tutte le realtà che coesistono al suo interno, senza però avere alcun potere di influenzare le scelte da esse operate.
Come si può notare, quindi non mancano aspetti estremamente originali. Tali da aver conquistato a Icon una buona reputazione, che potrebbe rappresentare un elemento in grado di calamitare attenzione da parte degli investitori nel 2024. Un anno atteso da molti come quello della definitiva ripresa delle criptovalute.