La guerra tra Israele e Gaza non si ferma, gli attacchi aerei e via terra stanno massacrando la popolazione. Si fa sempre più urgente il bisogno di trovare accordi diplomatici che pongano fine a conflitto tra le due fazioni. Ecco gli aggiornamenti sulla posizione degli Usa.

Blinken non torna negli Usa, resta in Medio Oriente

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken è tornato oggi, lunedì 16 ottobre 2023, in Israele per promettere sostegno al Paese mentre prepara un’importante offensiva militare a Gaza. Si è recato a Gerusalemme per incontrare nuovamente il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e alcuni funzionari del governo. L’obiettivo è quello di elargire gli aiuti umanitari necessari per la popolazione e le zone colpite dal conflitto e di trovare accordi per mettere fine alla guerra in corso.

Blinken ha deciso di fare varie tappe nel Medio Oriente, in questi giorni ha tenuto colloqui diplomatici ad Amman in Giordania, a Doha in Qatar, a Riad in Arabia Saudita, a Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti e a Il Cairo in Egitto.

Durante il corso della serata di oggi 16 ottobre 2023, l’agenda di Blinken prevedeva il suo ritorno negli Usa ma poco fa è arrivata la notizia di un repentino cambiamento di programma: sembra infatti che il Segretario degli Stati Uniti abbia deciso di recarsi nuovamente ad Amman domani. Lo rivela l’agenzia della BBC. Potrebbero esserci novità che fanno ben sperare sul funzionamento della diplomazia se la presenza di Blinken ancora è necessaria in Medio Oriente.

Guerra a Gaza: gli Usa inviano supporto medico in sostegno di Israele

Gli Usa continuano a dimostrare il loro sostegno allo Stato di Israele. E’ arrivata poco fa una notizia dal Wall Street Journal secondo cui alcune fonti del Pentagono avrebbero rivelato che gli Stati Uniti sono pronti ad inviare duemila unità di soldati scelti quando lo Stato ebraico deciderà di effettuare una controffensiva via terra ai danni dei palestinesi e dei seguaci di Hamas.

Segue subito la precisazione che si tratta di personale militare specificatamente addestrato per attività di sostegno e di consulenza medica, che non sarebbero quindi coinvolti nei combattimenti.

Nel frattempo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari esprime da giorni il suo stato di preoccupazione per le condizioni in cui si trovano gli abitanti della Striscia di Gaza: non c’è più acqua, manca l’energia elettrica, gli ospedali stanno collassando e i corridoi umanitari sono stati bloccati per via degli attacchi. La situazione è a dir poco allarmante.