Un debutto in Serie A con sei reti all’attivo che hanno fatto scattare la scintilla con l’Italia di Roberto Mancini alla ricerca di nuovi giocatori da inserire in nazionale. Più di un contatto e qualche incontro ma la risposta di Carlos Augusto è rimasta sempre la stessa: un rifiuto con la speranza di una convocazione del Brasile. Il laterale mancino, passato nel frattempo all’Inter di Simone Inzaghi, è in possesso infatti del doppio passaporto ma nonostante questo non ha mai preso in considerazione la maglia azzurra visto che è nato e cresciuto nel paese sudamericano. Ora la chiamata è arrivata, il Commissario Tecnico Fernando Diniz lo ha convocato per le gare di qualificazione al prossimo mondiale 2026 con l’esordio che potrebbe arrivare domani contro l’Uruguay.
Carlos Augusto e quella proposta dell’Italia
Calcisticamente gli deve tutto. Carlos Augusto è cresciuto nel settore giovanile del Corinthias fino all’esordio in prima squadra per poi imbarcarsi su un aereo con destinazione Monza. Una scelta insolita visto che significava abbandonare il club della propria infanzia per arrivare in Lombardia e mettersi in discussione a ventuno anni in Serie B. Una scelta rivelatasi azzeccata con due stagioni nel campionato cadetto fino alla promozione in Serie A dove si è messo in mostra con Raffaele Palladino in panchina come uno degli esterni di centrocampo migliori.
Saranno sei le reti in campionato con i brianzoli fino al passaggio estivo all’Inter per dodici milioni di euro complessivi. In nerazzurro un impatto complicato visto che togliere il posto a Federico Dimarco è una impresa ardua ma il ragazzo nato a Campinas non ha paura di mettersi in gioco. Lo ha già fatto anche in nazionale dove il corteggiamento dell’Italia è stato serrato negli ultimi mesi ma ha sempre trovato un muro, il terzino si sente solo brasiliano nonostante il doppio passaporto rifiutando ogni possibile avances.
Sono stato chiamato, ma non ho nemmeno pensato di accettare. Sono cresciuto in Brasile. Per rispetto degli italiani non mi sono mai visto italiano, il mio cuore è sempre stato brasiliano, non pensavo nemmeno di andare. E’ il sogno di ogni giocatore poter vestire la maglia della Nazionale, cercherò di sfruttare al massimo questa opportunità.
Ho giocato dieci partite di fila al Corinthians e alla fine sono andato via. È stato allora che ho ottenuto una buona serie di vittorie, fiducia, se avessi continuato forse avrei potuto ottenere una serie di vittorie. Ma ho parlato con la mia famiglia e ho deciso che volevo andare in Europa, era il mio sogno.
Ho fatto una scelta rischiosa, ovvero andare in Serie B, ma non credo fosse sbagliata. Lì ho imparato a conoscere il calcio italiano, ho imparato di più a livello tattico, ho acquisito fiducia, mi ha aiutato a crescere come giocatore. Quando giocavo in Brasile mi dicevano che ero sulla difensiva. In Italia dicono che sono offensivo. Spero di lavorare su entrambe le parti per essere il più completo possibile
Il passaggio all’Inter per completare il processo di crescita. Una nuova interpretazione del ruolo nelle mani di Simone Inzaghi, esperto di 3-5-2 tanto da non mollarlo più dalla stagione 2017/18 sulla panchina della Lazio. Studia da Dimarco per rubargli il posto anche se al momento è difficile pensare la squadra nerazzurra senza il suo esterno titolare. Proprio durante un ritiro con il club è arrivata la notizia tanto attesa.
Simone Inzaghi mi ha chiamato durante una cena e mi ha detto che avevano ricevuto la chiamata ed ero stato convocato. Era venerdì e dovevo presentarmi domenica; tutti hanno iniziato ad applaudire. Poi ho visto la notizia, ho chiamato la famiglia e ho visto che piangevano di felicità. Quando sono arrivato qui mi hanno abbracciato tutti, è un gruppo straordinario, tutti i più anziani sono venuti a parlarmi. Per quanto riguarda il rito della canzone, è più facile giocare in uno stadio pieno che salire su quella sedia per cantare
E’ pronto al debutto ufficiale in maglia verdeoro. Lo sogna da tanti anni e ora l’esordio può arrivare nel match di domani sera contro l’Uruguay. Nel 4-2-3-1 di Fernando Diniz potrebbe sostituire Arana, titolare nel deludente pareggio contro il Venezuela, così da poter ricalcare le orme del suo idolo di infanzia Marcelo.
Voglio giocare dal primo minuto, sarebbe un sogno. Diventiamo giocatori per giocare partite difficili come questa. Se ne avrò l’opportunità, voglio essere pronto ad aiutare i miei compagni. Non posso negarlo, l’ansia ci sarà sempre, ce l’ho ancora oggi, quando ho cambiato la squadra, quando gioco partite importanti. Ma quando fischia l’arbitro ti dimentichi di tutto quello che c’è fuori.
L’importante è fare bene durante la settimana ed essere preparati in modo che quando si avrà l’opportunità, la si coglie e si va a fare del proprio meglio. Quando l’ho visto da vicino, Marcelo non era così piccolo. Ma abbiamo caratteristiche completamente diverse, io sono un terzino fisico, imponente, lui ha più qualità. Non dico che ho sempre desiderato fare il terzino, ma se ha funzionato, continuiamo così