Simone De Nero muove i primi passi nell’Empoli, ma è al Brescia che ha la chance più importante. Centrocampista, ala sinistra o trequartista, veloce e longilineo, ancora giovanissimo ha la possibilità di imparare da uno dei migliori, Roberto Baggio. Una promessa del calcio, un ragazzo giovane e di talento, fermato in carriera da troppi infortuni. Alla Lazio arriva nel 2007 e sotto la guida di mister Ballardini si reinventa e diventa terzino. La scintilla però non scoppia mai definitivamente e nel 2012 passa in prestito al Cesena. Da quel momento in poi inizia la fase calante della sua carriera. Per commentare l’avvio di stagione della squadra di Sarri e il caso Immobile, Del Nero è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tag24.
Caso Immobile, Del Nero a Tag24
Un calendario complicato, tante difficoltà da affrontare e una crisi imprevista. La stagione della squadra di Sarri non è partita come ci si aspettava, ma le prestazioni dell’ultima settimana prima della sosta per le Nazionali e la bella vittoria contro l’Atalanta fanno ben sperare i tifosi in vista dei prossimi impegni. A tener banco in casa Lazio però, oltre ai risultati, ci pensa lo stato di forma di Ciro Immobile. Il capitano sta recuperando la sua miglior condizione fisica, e questo è il primo passo per tornare ai massimi livelli. A far discutere però ci hanno pensato i commenti sui social, di alcuni tifosi, e l’intervista rilasciata dal bomber laziale al Messaggero in questi giorni. Per commentare le ambizioni della Lazio e il caso Immobile, Del Nero, ex calciatore che in biancoceleste ha vissuto dal 2007 al 2012, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La vittoria con l’Atalanta e poi la sosta per le Nazionali. Può aver fatto bene questa pausa alla Lazio?
“Ricaricare le batterie fa sempre bene, anche perché la Lazio ha tre competizioni importanti e difficili e ogni tanto questi stop servono. Poi è chiaro che ci sono anche i giocatori convocati dalle Nazionali, e quelli non hanno tempo per riposarsi. Ormai si gioca costantemente e non c’è mai modo di recuperare, ma qualche volta serve anche un po’ di riposo. Per ripartire alla grande, a questa squadra, serve Immobile. C’è stato qualche problema fisico e qualche malumore che ha condizionato questo avvio di stagione. Dopo tanti anni di militanza nella stessa squadra è normale che prima o poi qualche fraintendimento può capitare”.
A proposito di Immobile, pensi che sia possibile che a gennaio decida di andare via o la Lazio deve fare di tutto per recuperarlo?
“Io spero che lui possa tornare ai suoi livelli, per lui e per la squadra. In questi anni ha dimostrato di saper fare grandissime cose. È chiaro che poi ci sono delle dinamiche interne alla società che io non conosco e non so cosa può frullargli nella testa. Quello che è certo è che ha dato tantissimo a questo club, adesso sta a lui decidere dove chiudere la carriera. Spesso interviene il Dio denaro, sarebbe questo l’unico motivo per accettare l’Arabia Saudita. In parte se facesse una scelta del genere potrei capirlo. È ovvio però che fare un campionato del genere o giocare in Serie A e in Champions League, fa tutta la differenza del mondo. Dipende da quanto sente di poter dare ancora, anche ai suoi tifosi. Quelli che gli hanno dato addosso di sicuro non vogliono bene a lui e alla squadra, ma sono una percentuale minima”.
Pensi che tornerà ai suoi livelli?
“I gol ce li ha nel DNA. Il sangue è quello, ha sempre segnato e continuerà a farlo a qualunque età. Poi subentrano dinamiche interne alla società e allo spogliatoio che io in questo momento non conosco. È ovvio che un giocatore può rimanerci male, dopo tutte quelle soddisfazioni che ha regalato ai tifosi. Penso che in questo momento sia comprensibile il suo stato d’animo”.
Guardando anche al resto dei giocatori, i nuovi stanno iniziando ad incidere?
“Certo, e penso fosse prevedibile. Per quello che vedo e che mi hanno detto, lavorare con Sarri non è sempre semplice. Il mister chiede tanto dal punto di vista tattico e ci vuole tempo per entrare esattamente nelle sue dinamiche di gioco. Le difficoltà all’inizio ci stanno, specie se consideriamo che si tratta di calciatori stranieri, che non conoscono la Serie A, le squadre che affrontano e la lingua. Il mister ha un credo calcistico chiaro, è solo questione di tempo, perché prima o dopo comunque fa giocare bene la Lazio, anche quando affronta formazioni più forti come è avvenuto con il Napoli. Contro l’Atalanta ha fatto una grande partita, devono ripartire da lì”.
Quindi deve ambire ai primi quattro posti?
“Assolutamente sì. Lo scorso anno ha dimostrato che può farlo, è solo questione di continuità. Non è partita bene e ora deve recuperare qualche punto, ma ha iniziato a rifarsi e deve lottare per un posto in Champions League. La sosta e il riposo in questo senso può essere utile, ora ha tutte le carte in regola per ripartire alla grande”.
E per la lotta scudetto sarà corsa a due?
“È davvero troppo presto per fare una valutazione complessiva. Oggi pare che solo Milan e Inter possano ambire allo scudetto, ma io ci metto anche la Juve. È l’unica, tra le squadre più forti, ad avere solo il campionato come competizione e questo a lungo termine può diventare determinante. I bianconeri hanno una rosa ampia, daranno filo da torcere fino alla fine”.