Ai dipendenti che raggiungono incrementi di produttività, redditività, qualità ed efficienza, il datore di lavoro riconosce i premi di produttività o di risultato, sui quali viene applicata una specifica tassazione.

Durante gli ultimi tempi, sono state introdotte una serie di misure per ridurre il cuneo fiscale. I provvedimenti principali sono l’innalzamento della soglia di detassazione dei fringe benefit, l’abbattimento parziale dei contributi previdenziali a carico del dipendente e una tassazione agevolata sui premi di produttività.

Spieghiamo cosa sono e quando spettano, la tassazione agevolata applicata e quali sono gli adempimenti del datore di lavoro.

Cosa sono e a chi spettano i premi di produttività

I premi di produttività, chiamati anche premi di risultato o premi di produzione, sono quote aggiuntive alla retribuzione. Vengono riconosciuti ai lavoratori dipendenti quando si raggiungono incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione.

Si tratta di un buon incentivo per i lavoratori, ma anche uno strumento molto utile per le imprese. Come abbiamo detto, il premio di risultato consiste in una somma aggiuntiva allo stipendio e può essere applicato dai datori di lavoro in base ad una specifica mansione svolta dal lavoratore.

I premi rientrano nelle misure di welfare aziendale e, recentemente, è stata introdotta una tassazione agevolata.

Qual è la tassazione applicata

Abbiamo spiegato che l’erogazione dei premi di produzione è vantaggiosa non solo per i lavoratori, ma anche per i datori di lavoro. Qual è tassazione applicata? Si può applicare una tassazione ridotta rispetto all’Irpef ordinaria applicata sulla retribuzione, oltre che sugli altri compensi riconosciuti in busta paga.

Si applica un’aliquota sostitutiva di Irpef e di addizionali regionali e comunali pari al 10%. La Legge di Bilancio del 2023, però, ha introdotto la possibilità di applicare un’ulteriore aliquota ridotta al 5%, per i soli premi erogati nell’anno corrente.

L’aliquota agevolata del 10% e del 5% spetta in presenza di determinati requisiti soggettivi. L’area di intervento, riguarda il settore privato e chi è alle dipendenze di imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali ed enti pubblici economici.

Chi sono gli esclusi? Non possono beneficiarvi i soggetti titolari di redditi assimilati al lavoro dipendente, come i co.co.co.

Quando vengono pagati

Per sperare di ottenere i premi di risultato, si deve tener presente che sono legati ad incrementi definiti nel contratto aziendale o territoriale.

Gli incrementi devono essere:

  • Effettivi;
  • Registrati in un periodo congruo;
  • Determinati in maniera oggettiva.

Il pagamento delle somme aggiuntive, quindi, avviene solo dopo la verifica del risultato stesso conseguito dall’azienda. Il lavoratore lo percepisce in base alle singole realtà aziendali coinvolte e in base a quanto viene disposto dai contratti.

L’impresa che riconosce i premi di produttività deve adempiere ad alcuni compiti importanti. Il datore di lavoro deve depositare il contratto aziendale. Solo dopo, può procedere al riconoscimento in busta paga dei premi di produttività.

Rispettando il principio di cassa, l’azienda deve versare l’imposta sostitutiva sui premi, utilizzando il Modello di pagamento F24, entro il 16 del mese successivo rispetto a quello di liquidazione delle somme.

Legge di Bilancio del 2024, novità sui premi di produttività

Per la prossima Legge di Bilancio, iniziano ad emergere le prime novità. Tra le diverse misure, si punta a rafforzare il welfare aziendale, incrementando i salari e la competitività aziendale.

Ci sono novità in merito anche sui premi di produttività. Sembra essere confermata la tassazione del 5% per i premi di produttività, per le somme fino a 3000 euro e per i lavoratori con reddito di lavoro annuo fino ad 80.000 euro. Inizialmente era spuntata l’ipotesi di innalzare il limite fino a 6000, largamente sostenuta da una parte della maggioranza.

Ricordiamo, che dal mese di gennaio ad oggi, i destinatari di questa particolare formula di Flat tax sono circa 1,6 milioni di dipendenti. Quindi, anche per il 2024 si procede a vele spiegate verso una detassazione potenziata.

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