Raz Degan sulla guerra in Israele non vuole tacere. Lo storico partner di Paola Barale, tra gli attori più amati della nuova generazione, parla con cognizione di causa perché in quel paese è nato e cresciuto. Salito alle cronache per la sua lampante avvenenza apparsa sotto gli occhi di tutti in uno spot di un noto super alcolico, col tempo l’uomo ha mostrato il suo carattere forte che ha messo il viso in secondo piano a favore di un personaggio che è più seguito per le sue coraggiose scelte artistiche che per i suoi addominali. Intervistato sul tema da Sky Tg24, non si è nascosto dietro a frasi fatte ed ha così commentato il difficilissimo momento storico a Gaza.
Raz Degan guerra in Israele, le dichiarazioni
Le immagini che arrivano da quella parte del mondo sono tremende e stanno scuotendo tutti. Alcuni, però, hanno un trasporto diverso. Specialmente se si pensa a chi da quelle parti ci è cresciuto. E’ il caso dell’artista che ha dato il volto a Barabarossa al cinema e non solo e che, dopo un periodo di stop, è tornato agli onori della cronaca. Sui cruenti attacchi di questi giorni così si esprime:
“Sono molto addolorato e temo per i bambini di tutti, per il nostro mondo, per il peggio che potrà accadere. La violenza porta violenza e questo non è il mondo che vogliamo. Se fossi stato in Israele probabilmente avrei partecipato anch’io. Le immagini che ricevo ogni giorno dai miei familiari che sono ancora lì non sono fantascienza, non sono un film: è tutto vero. Ma dove andremo a finire?”
Una considerazione tremendamente condivisibile e vera.
L’infanzia in Israele
E pensare che i ricordi d’infanzia di Raz Degan non sono così distanti dai giorni di guerra attuali. Nella stessa intervista ha raccontato che da piccolo ha vissuto dentro i bunker e che, per questo, sa cosa vuol dire sentire le bombe e come questo si depositi nella memoria. Una memoria non proprio piacevole in cui albergano anche ricordi del padre preoccupato, che lasciava casa per andare a combattere, della guerra del Libano e, in un’età maggiormente adulta, del periodo da militare in prima persona. Quello che manca, a detta dell’attore, è un messaggio di speranza che ognuno di noi dovrebbe avere anche in queste notti buie. Una speranza che lui contribuisce a tenere accesa per i connazionali con una serie di azioni concrete:
“Ho collaborato per alcuni anni con UNHCR, donando soldi per realizzare scuole in numerose parti del mondo proprio perché credo sia fondamentale l’educazione, di tutti. È l’unica strada: dare a un bambino una penna, non un fucile. Educarlo. Far capire che siamo tutti uguali. Non bisogna insegnare a uccidere e odiare, bisogna sempre avere la speranza nei nostri cuori. Il terrore è una faccia del potere oscuro, senza anima, non dobbiamo farci sopraffare.”
Un insegnamento che è ancor più valido adesso che Raz Degan la guerra in Israele la sta vivendo forzatamente da lontano.
Raz Degan oggi
Nonostante sia avvezzo alle luci della ribalta, l’israeliano vive dentro ad un trullo nella Valle d’Itria, nel cuore della Puglia, anche per mantenere le distanze con un mondo dello spettacolo che non sempre gli è andato a genio. La scelta rientra nella sua volontà di assumere una dimensione più spirituale e meditativa che è coerente con quanto dichiarato sul conflitto nella terra natia. Per uno che preferisce girare il mondo come fotografo per postare dal suo profilo Instagram immagini mozzafiato, gli scatti violenti del rave nel deserto del Negev devono essere stati intollerabili.