Moni Ovadia si dimetterà il 20 ottobre da direttore del teatro di Ferrara. Una decisione importante da parte dell’ormai ex direttore che ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Tag24.it. Nel corso dell’intervista l’ex direttore del teatro di Ferrara ha criticato la classe politica e ha affermato che è anticostituzionale chiedere le dimissioni di qualcuno per un parere.

Moni Ovadia parla a Tag24 dopo le dimissioni chieste da FdI

Noi nel mondo occidentale non abbiamo più democrazia. La democrazia è morta, è rimasto soltanto un simulacro, un voto ogni qualche anno che poi è irrilevante. Ormai la classe politica fa quello che più e piace e cioè servire potentati, multinazionali, banche e sistemi finanziari” c’è tanta rabbia nelle dichiarazioni rilasciate a Tag24 dell’ormai ex direttore del teatro di Ferrara Moni Ovadia che in mattinata ha annunciato le sue dimissioni dopo giorni di polemiche da parte di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia per delle frasi sul conflitto tra Israele e Palestina. Una decisione comunicata in mattinata al Corriere.it a cui Ovadia ha rilasciato un’intervista dove ha spiegato i motivi delle sue dimissioni.

La principale critica è rivolta anche a coloro che hanno spinto per queste dimissioni: “Dicono di voler tutelare la libertà, poi esprime la mia opinione liberamente e non la posso esprimere perché potrei perdere il mio lavoro…questa è la famosa democrazia dell’Occidente“.

L’attore e scrittore ha voluto tutelare i lavoratori del teatro dalle accuse che gli sono arrivate dal mondo della politica: “I lavoratori del teatro non c’entrano con quello che mi è successo che peraltro è una cosa anticostituzionale cioè chiedere le dimissioni per un parere che ho espresso“.

Ovadia: “Questo è il nuovo fascismo”

Siamo alla perversione del linguaggio, perversione della democrazia e dell’idea di libertà siamo semplicemente all’istituzione di un regime: questo – lo dico apertis verbis – è il nuovo regime, il nuovo fascismo…non il neofascismo ma il nuovo fascismo!” spiega a Tag24 Moni Ovadia rispondendo a una domanda. E’ naturale poi il parallelismo con la guerra in Ucraina scoppiata più di un anno fa quando una parte di popolazione contraria all’invio di armi è stata etichettata come ‘filo putiniana’, una situazione questa nella quale lo stesso Ovadia – schierato apertamente contro la guerra – si è trovato: “Io sono entrato nel novero putiniano” dice “tutta una struttura di propaganda di impianto stalinista, è paradossale…“.

Io sono stanco, non ho parlato per una settimana…ora farò quello che la mia coscienza mi detta non certo quello che vorrebbe qualche politicastro a cui non farei amministrare neanche un condominio scarrupato e che pensi di avere qualche titolo per parlare” conclude Ovadia.

Nel frattempo continuano gli scontri a largo della Striscia di Gaza e si teme un inasprimento con un potenziale attacco da parte dell’esercito di Gerusalemme via terra, un’azione militare che anche l’alleato di Israele Biden vede come poco conveniente.