Quota 104, le ultimissime di oggi: la premier Giorgia Meloni e il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno annunciato che le opportunità di pensionamento anticipato per il 2024 saranno più restrittive. Le attuali formule in uso scadranno alla fine dell’anno, e non è ancora chiaro quali misure le sostituiranno. Il Ministro fa riferimento a una possibile “Quota 104”, che richiederebbe un’età di 63 anni e 41 anni di contributi, con incentivi previsti per chi decide di rimanere al lavoro.

Quota 104, ultimissime oggi

Nonostante Meloni non avesse inizialmente menzionato dettagli specifici, Giorgetti ha fornito ulteriori chiarimenti in merito a Quota 103 e Quota 104. Questi nuovi regimi pensionistici saranno caratterizzati da un’età anagrafica leggermente superiore, fissa a 63 anni, pur mantenendo l’obbligo di accumulare 41 anni di contributi per accedere alla pensione.

Tuttavia, sarà introdotto un sistema di incentivi per chi decide di continuare a lavorare oltre questa soglia, insieme a penalizzazioni per coloro che scelgono un pensionamento anticipato. In generale, l’accesso alla pensione anticipata sarà notevolmente più restrittivo rispetto alle condizioni attuali.

Quota 104, come funziona?

Effettivamente, la denominazione “Quota 104” appare in un titolo dell’indice della bozza della legge di Bilancio, così come il termine “Ape 2024”. Nonostante l’incertezza sui dettagli, è possibile fare una prima ipotesi sul nuovo quadro normativo.

In sintesi, al posto dell’attuale Quota 103 (che richiede 62 anni di età e 41 anni di contributi), a partire dal 1° gennaio prossimo entrerà in vigore la Quota 104 (che richiede un anno in più, portando l’età a 63 anni e mantenendo i 41 anni di contributi).

Tuttavia, per evitare che ci siano uscite consistenti dal mercato del lavoro, il governo conferma l’incentivo per chi decide di rimanere in servizio. In altre parole, i lavoratori che scelgono di proseguire la loro attività potranno godere di un aumento del salario equivalente alle quote di contribuzione che non verranno versate all’INPS, trasformandosi in un incremento dello stipendio pari al 10%.