Prenderà il via a gennaio il nuovo processo a carico di Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, già imputati (e condannati) per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, consumatosi a Colleferro nel 2020. Questa volta l’accusa è di lesioni: il giorno del delitto pestarono, ferendolo, anche un amico della vittima, Samuele Cenciarelli: ora dovranno rispondere delle loro azioni.
I fratelli Bianchi di nuovo a processo dopo l’omicidio di Willy Monteiro: questa volta l’accusa è di lesioni
Il nuovo processo, voluto dal sostituto procuratore Luigi Paoletti, servirà a fare chiarezza sul ruolo che i quattro imputati avrebbero ricoperto la sera dell’omicidio di Willy Monteiro, nel corso del quale avrebbero pestato anche un amico della vittima, Samuele Cenciarelli. Colpito al volto e al collo, quest’ultimo, intervenuto in difesa del 21enne di origine capoverdiana – ucciso con calci e pugni -, aveva riportato lesioni giudicate guaribili in una decina di giorni.
Ora, davanti ai suoi aggressori, dovrà ripercorrere l’accaduto, tornando anche sulle dichiarazioni rilasciate nel corso del primo processo, conclusosi con una condanna a 24 anni di reclusione per i fratelli Bianchi e a 21 e 24 anni per Pincarelli e Belleggia. La sua testimonianza, infatti, fu particolarmente importante, ma anche problematica.
In un primo momento, il giovane, 21 anni come l’amico, riferì di non aver assistito bene al pestaggio di Willy, poiché finito dietro un’auto; più tardi tirò in ballo Pincarelli e Belleggia, che altri testimoni avevano invece “protetto”.
Niente più ergastolo: pena ridotta in Appello per i due fratelli esperti di arti marziali
Stando a quanto ricostruito finora, Willy sarebbe stato massacrato dal “branco” dopo essere intervenuto in difesa di alcuni amici nel corso di una discussione scoppiata tra il suo gruppo e quello dei Bianchi, esperti di arti marziali. Sia i due fratelli che Belleggia e Pincarelli avrebbero partecipato al pestaggio, sferrandogli violenti calci e pugni sul corpo, fino a lasciarlo a terra inerme.
Tuttavia, secondo i giudici, in virtù del fatto che non presero parte alle fasi iniziali della lite – nata quando loro non erano ancora arrivati -, i Bianchi non meriterebbero, come era stato deciso in primo grado, l’ergastolo. È ciò che si legge nelle motivazioni con cui la Corte d’Assise d’Appello di Roma ha ridotto la loro pena a 24 anni.
L’ipotesi è che abbiano agito “con dolo eventuale“, cioè mettendo in conto la possibilità che i colpi potessero avere un esito fatale per il giovane. È probabile che il loro caso finisca anche in Cassazione. L’avvocato della famiglia si aspetta, nel caso, una conferma della sentenza.
I due casi di Alatri
Ad Alatri, in provincia di Frosinone, proseguono, intanto, le indagini sull’omicidio di Thomas Bricca, il 18enne freddato a colpi di pistola la sera del 30 gennaio scorso a causa di uno scambio di persona. Per la vicenda sono finiti in carcere Roberto Toson e il figlio Mattia. Stando a quanto ricostruito finora, avrebbero colpito la vittima – al posto del suo amico Omar – dopo essersi avvicinati ai due a bordo di uno scooter. A sparare sarebbe stato il il figlio.
Suo fratello, Niccolò, è risultato estraneo ai fatti, ma di recente è rimasto coinvolto in una nuova rissa avvenuta nel centro della piccola cittadina ciociara, vedendosi riconoscere un inasprimento del daspo Willy: per tre anni non potrà accedere ai pubblici esercizi di Alatri. A due passi da dove si è consumato l’omicidio, nel 2017 un altro giovane rimase vittima del “branco”.
Si chiamava Emanuele Morganti e aveva 20 anni. Fu ucciso di botte da Michael Fortuna, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, già condannati definitivamente per omicidio preterintenzionale nel 2022.