Insieme a Giorgia Meloni, nella conferenza stampa dopo il Cdm che ha approvato la legge di Bilancio c’erano anche i ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti: il ministro dell’Economia ha confermato un primo intervento del governo sul taglio del canone Rai.
Il costo in bolletta scenderà a partire dall’anno prossimo. I ministri hanno parlato di un calo da 20 euro al mese a 15 euro al mese. Per quanto riguarda il totale annuo, il vicepremier ha parlato di una decurtazione dai 90 euro annui a 70 euro.
Un quarto del canone non viene più pagato in bolletta, l’importo scende da 90 a 70 euro, quindi in bolletta passa da 20 a 15 euro, è l’inizio di un intervento.
Si tratta dunque di una prima misura per abbassare il canone della radiotelevisione pubblica italiana in bolletta. Una battaglia della quale la Lega si fa portavoce da tempo, con il Carroccio che ha anche presentato sul tema una proposta di legge in Parlamento.
Giorgetti annuncia il taglio del canone Rai, Salvini: “C’è la copertura per il Ponte sullo stretto”
All’interno della manovra finanziaria da 24 miliardi annunciata dalla presidente del Consiglio ci sarà spazio anche per la “copertura per il Ponte” sullo stretto di Messina. Lo ha confermato Matteo Salvini in conferenza stampa.
Dopo settimane di chiacchiere a vuoto e di ragionamenti di vari analisti, posso dire che c’è la copertura per il collegamento stabile dalla Sicilia, all’Italia e all’Europa. Carta canta, ora qualcuno si dovrà scusare. C’è l’intera copertura per 12 miliardi. Ora avremo interlocuzioni con la Bei, però si parte.
Nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture aveva ribadito il suo impegno sul dossier Ponte, sottolineando come sia di un “diritto di milioni di siciliani” quello di “essere collegati stabilmente con il resto dell’Italia e dell’Europa”.
Giorgetti: “Per la manovra chiesto sacrificio a tutti i ministeri”
Per la manovra è stato chiesto “un sacrificio a tutti i ministeri, che hanno dovuto rinunciare a diversi progetti e idee”. Parola di Giancarlo Giorgetti, che annuncia “una spending review significativa, dell’ordine del 5% su tutte le spese discrezionali, eccetto il comparto regioni ed enti locali”.
Il quadro e la congiuntura hanno reso problematica la costruzione del bilancio: il peso superiore degli interessi del debito pubblico si fa sentire.
Per quanto riguarda la situazione dell’energia, il ministro dell’Economia spiega che “le previsioni erano favorevoli per la discesa del prezzo del gas”. In questo quadro, finendo i sussidi “previsti fino alla fine dell’anno, la situazione potrebbe volgere in senso negativo rispetto agli auspici”.