Da Roma Cinecittà, ossia dalla casa del Grande Fratello, allo splendido Pont d’Iéna, Parigi, la sede delle gare di marcia delle prossime Olimpiadi. Sono in molti ad augurare questo percorso ad Alex Schwazer, il controverso marciatore oro a Pechino 2008 che fino al prossimo 7 luglio sconta la sua seconda squalifica per doping. Un percorso irto di ostacoli legati non soltanto al tempo a disposizione.

Gli allenamenti di Alex Schwazer e alcune precisazioni sulle prossime tappe

Più di qualcuno, come l’ex marciatore Giovanni De Benedictis su queste pagine, trova discutibile il suo tentativo di tornare alle gare, peraltro a 38 anni, 39 il prossimo 26 dicembre. “Fino alla fine della squalifica, e salvo sconti di pena, né io né il presidente federale possiamo parlare con l’atleta”, ricorda a Tag24 il direttore tecnico azzurro Antonio La Torre.

Ma mentre resta la spaccatura tra pro e contro Schwazer (suddivisione netta per italiche genti incapaci di distinguere tinte a metà strada tra il bianco e il nero), il Consiglio Federale dello scorso 29 settembre, a proposito della Carta Etica (come avevamo scritto a luglio), ha approvato

una norma che prevede la possibilità di concedere il diritto a indossare la maglia azzurra a chi sia incorso in squalifiche pari o superiori ai 2 anni per violazioni delle normative antidoping, nel caso in cui vi sia un voto all’unanimità e laddove ricorrano i seguenti requisiti, o almeno due su tre: a) condotta commessa entro il compimento del ventitreesimo anno di età; b) valutazione delle modalità di realizzazione della condotta come accertata dagli organi di giustizia competenti; c) assenza di ulteriori condanne disciplinari e/o di procedimenti in corso.

Magnani: “Seguii i suoi controlli. Purtroppo non c’è nessun dubbio sulla sua positività”

Ma si può preparare un’Olimpiade da reclusi (seppure per scelta)? Lo storico tecnico ed ex maratoneta Massimo Magnani, 72 anni, premette: “Il fatto che sia andato al Grande Fratello toglie grande credibilità a tutto quello che ha cercato di fare per dimostrare la sua eventuale innocenza, cosa che a oggi è lontana dall’essere provata, visto che in tutti i gradi di giudizio italiana e straniera è sempre stato riconosciuto colpevole la seconda volta. Ai tempi in cui è stato trovato positivo la seconda volta, io ero direttore tecnico e ho vissuto sulla mia pelle la situazione”.

Ok dunque il tentativo di rientrare a Parigi, ma Magnani ricorda a memoria soprattutto quella per Rio 2016, che bolla ancora come “un tentativo frettoloso e forzato”. “Mi sono occupato anche di analizzare come siano andati i suoi controlli antidoping. Tutti sono rimasti anzitutto scandalizzati da quel test del 1° gennaio 2016, ma è una data perfettamente normale. È un giorno come tanti e comunque il 31 dicembre si disputano gare su strada in tutto il mondo”. E “regolari” sono state le procedure, dice ancora Magnani: “Purtroppo non c’è nessun dubbio che sul suo campione ci fossero tracce di anabolizzanti. Dal mio punto di vista è un atleta colpevole la seconda volta. Tutto il resto è Netflix“.

“Il tapis roulant va bene per la simulazione, ma stare lì per ore… due scatole!”

Dunque “il Grande Fratello è stato un modo per guadagnare soldi“. Sulle tecniche di allenamento, “mi risulta che stia lavorando sul tapis roulant, che è uno strumento utile, non l’unico, quello che meno viene utilizzato da corridori o atleti di durata perché può riportare abbastanza fedelmente ciò che avviene sulla strada, ma devi metterci anche un allenamento mentale importante perché stare lì per ore… due scatole! Prepararci un’Olimpiade? No, bisogna stare all’aria aperta, magari su un circuito che ricordi quello previsto ai Giochi. E comunque non è una trafila semplicissima qualificarsi ai Giochi e ha bisogno di diverso tempo“.

Intanto, però, resta una certezza: mai come di questi tempi nel mondo dello sport si era parlato di Grande Fratello. Con buona pace di George Orwell, che con lo sport (calcio in primis) non andava molto d’accordo.