Oggi il calcio italiano ricade nel buco nero delle scommesse illegali, le vicende Fagioli, Tonali e Zaniolo ci riportano per un attimo a 37 anni fa quando fu coinvolto e condannato anche Renzo Ulivieri, l’allora allenatore del Cagliari nonché attuale presidente dell’Associazione italiana allenatori calcio.
All’epoca ebbe vita l’ultimo importante filone mai registrato all’interno del mondo del calcio italiano del Totonero bis (bis perché già nel 1980 scoppiò uno scandalo legato alle scommesse clandestine).
Oltre al tecnico toscano furono condannati anche i presidenti di diverse squadre che militavano tra la A, la B, la C1 e la C2 e molti tesserati tra cui calciatori e dirigenti.
Tutto nacque da un autodenuncia di un tale Arnaldo Cadore, uomo vicinissimo all’allora presidente del Napoli Allodi per mezzo della quale confessò l’esistenza di un largo giro di scommesse illegali con la finalità di comprare le partite e deciderne i risultati a favore di una piuttosto che dell’altra squadra.
A differenza di 37 anni fa oggi, anche se si sta ancora indagando pare non ci siano scommesse per combinare partite, ma come 37 anni fa sono ritenute illegali perché effettuate su siti illegali.
Renzo Ulivieri fu condannato per il calcioscommesse
Renzo Ulivieri che nella sua lunga carriera si è fatto apprezzare vivendo dei momenti di gloria professionale per una promozione dalla B alla A nel 1995/1996 da allenatore del Bologna e tre promozioni dalla C alla B ottenute sulle panchine di Modena nel 1989/1990, Vicenza nel 1992/93 e Bologna nel 1994/1995, ha vissuto anche un momento buio.
Correva l’anno 1986 quando fu coinvolto nello scandalo del Totonero-bis e condannato con una squalifica di tre anni, confermata anche nel processo di appello. Tornò ad allenare tre anni dopo.
Gli allenatori squalificati
Tra i vari tesserati squalificati delle squadre ritenute assolute protagoniste del Totonero (Udinese, in serie A, Cagliari, Lazio, Palermo, Perugia, Triestina, Lanerossi Vicenza in B, Cavese, Foggia in C1 e ce ne furono anche altre poi però scagionate successivamente) quell’anno vi erano i presidenti che hanno pagato di più in termini di squalifica rispetto a tutti gli altri alcuni dei quali persino con la radiazione e gli allenatori.
Tra questi oltre a Renzo Ulivieri, Aldo Agroppi allora tecnico del Perugia che però fu costretto a stare fermo per soli 4 mesi. Anche l’appello così come è accaduto per quasi tutti i tesserati ritenuti colpevoli è stata confermato lo stop di circa 120 giorni dai campi di gioco.
La procura di Torino
Se c’è una cosa che accumuna le due tristi vicende è la partecipazione della procura di Torino.
Se nel 1986 il tutto partì per delle intercettazioni telefoniche e si mosse dunque Giuseppe Marabotto per condurre le indagini, oggi il caso legato alle scommesse clandestine è partito da un autodenuncia di Nicolò Fagioli giocatore della Juventus che si è rivolta alla procura del capoluogo piemontese.
Ulivieri, Mourinho e la squalifica
Il 7 maggio del 2023 dopo la sconfitta rimediata contro l’Inter Josè Mourinho si era presentato ai microfoni per le solite interviste di rito e senza che nessun gli facesse nessuna domanda disse:
Sono stato toccato sulla mia etica in settimana. E mi ha attaccato una persona condannata per tre anni nel calcio scommesse. Sono felice di questo
Ma cosa era successo? Una settima prima in occasione di Roma-Monza Mourinho si era rivolto all’arbitro Chiffi in modo veemente e fu aspramente criticato dal presidente dell’Associazione allenatori di Calcio per questo suo atteggiamento.
Renzo Ulivieri inoltre non condivise nemmeno il fatto che il tecnico portoghese si fosse presentato in panchina con un microfono per registrare i colloqui tra lui e l’arbitro per un eventuale autodifesa.
Pronta la risposta dell’ex Tecnico toscano a Mourinho riguardo la squalifica subita per il Totonero del 1986:
…per quanto riguarda la squalifica di tre anni, per illecito sportivo, da me subita nel 1986, alla quale si è alluso, riprendo quello che ho ripetuto decine di volte in passato e cioè che a due anni dall’inizio della squalifica, che trascorsi alla ricerca di prove a discarico, la Caf, in una sentenza del giugno 1988, riconosceva, riferendosi a me: “l’illecito consumato in sua assenza e a sua insaputa…”; l’Ulivieri passa dalla posizione di protagonista assoluto, callido e pervicace, a quella di malaccorto generico.