A seguito della guerra in Israele, il Buchmesse (la Fiera del Libro di Francoforte) ha preso la decisione di cancellare la cerimonia di premiazione della scrittrice palestinese Adania Shibli, autrice del ibro “Un dettaglio minore”.
Adania Shibli, chi è?
Adania Shibli, nata in Palestina nel 1974, è una poliedrica autrice con un ampio repertorio che include romanzi, racconti, opere teatrali e saggi. Ha ricevuto il prestigioso premio Qattan Young Writer’s Award-Palestine sia nel 2001 che nel 2003. Uno dei suoi romanzi più noti, “Masās” (pubblicato da Dār al-Ādāb nel 2002), è stato tradotto in italiano con il titolo “Sensi” nel 2007. Ha anche scritto una raccolta di racconti brevi intitolata “Pallidi segni di quiete” nel 2014.
Un altro suo romanzo, “Tafsīl thānawī” (pubblicato da Dār al-Ādāb nel 2002), è stato finalista al National Book Award nel 2020 e all’International Booker Prize nel 2021. Oltre all’attività letteraria, Adania Shibli si dedica alla ricerca accademica e all’insegnamento.
Trama del libro “Un dettaglio minore”
Il romanzo “Un dettaglio minore” è stato pubblicato dalla casa editrice La Nave di Teseo. Un racconto crudo e lacerato di una donna moderna che scava nel passato di una sua coetanea interrotta, una beduina vittima di una terra complessa e in un contesto storico sociale che lo è ancora di più.
Ad accenderne il fuoco, che presto si trasforma in un’ossessione, l’uccisione di una ragazza, rinchiusa ed imprigionata, e dei soprusi subiti dalla stessa, da parte di alcuni soldati israeliani, in una terra spaccata a metà dai conflitti, durante l’estate del 1949.
Per farlo attraverserà un percorso quasi ossessivo, che la porterà a confondersi con quella ragazza, nata esattamente 25 anni prima di lei e che avrebbe compiuto gli anni nel suo stesso giorno.
Se non fosse stata imprigionata, violentata, poi uccisa e sepolta tra i granelli di sabbia. La frammentazione, della realtà e della persona, racconta una realtà dura da digerire e difficile da accettare. Rompe corpi e anime. In un linguaggio serrato e inquieto racconta la tragedia di come un conflitto così pesante sia vittima di se stesso e renda vittime anche le anime, oltre che i corpi.
Il libro cerca di dare luce ad un altro punto di vista, rimasto secondo l’autrice troppo oscuro all’interno della società. Anche questa volta lo fa passando per le mani e le voci delle donne, che non hanno un ruolo poi così marginale in alcune culture, che ancora le vuole vittime ma in qualche modo protagoniste.
La decisione del Buchmesse
Poche ore fa abbiamo appreso quanto gli schieramenti della guerra tra Palestina ed Israele continuino a pesare a livello globale, arrivando a coinvolgere anche il mondo della cultura e dei libri.
In particolare, in questo caso si parla della Germania che, apertamente dichiara di voler dare più spazio alle posizioni israeliane ed ebraiche, oscurando la voce di una scrittrice di origini palestinesi già famosa anche in Italia.
Adania Shibli non verrà premiata. Jurgen Boos, direttore della fiera tedesca, ha detto che “spazio addizionale sarà concesso alle voci israeliane”.
Ricordiamo anche le dimissioni risalenti a quest’estate, quando il giornalista Ulrich Noller aveva deciso di ritirarsi dalla giuria del premio proprio a causa del premio da assegnare alla scrittrice palestinese. Non ha tardato ad arrivare la protesta delle case editrici arabe e di molti autori, le quali hanno scelto e dichiarato ufficialmente di non partecipare all’evento.
Inutile, quasi superfluo che le decisioni diplomatiche, non troppo diplomatiche, abbiano influenzato anche il mondo dell’editoria, dei libri e della cultura, che poteva diventare un motivo di scambio e di comprensione tra popoli, forse la vera matrice e la cura di ogni male, soprattutto di quelli guerriglieri.
“Sosteniamo il ruolo della cultura e dei libri – scrive in un comunicato l’associazione degli editori arabi degli Emirati –, per incoraggiare il dialogo e la comprensione fra le persone”. E concludono: “Crediamo che questo ruolo sia importante ora più che mai”.