Dopo la polemica nata per la scelta del Libo dei Guinness, Messner e Viesturs si sono incontrati e hanno detto la loro sulla questione record
“Reinhold è stato il primo”: le parole di Viesturs riguardo il record tolto a Reinhold Messner
La vicenda inizia a fine settembre, quando viene reso noto che per il Libro dei Guinness Reinhold Messner non è più il Re degli Ottomila. A scriverlo, il cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski. Messner, nato a Bressanone il 17 settembre 1944, è entrato nella storia per essere stato il primo scalatore senza l’aiuto dell’ossigeno ad arrivere in cima alle quattordici vette con altitudine sopra gli 8.000 metri. Ma per Eberhard Jurgalski Messner e Kammerlander nel 1985 non sarebbero giunti in vetta all’Annapurna, ma si fermarono a 65 metri dall’effettiva vetta. Le mete sarebbero così tredici e non più quattordici ed addio record, assegnato all’americano Edmund Viesturs. La vicenda inizia subito a far discutere, ma chi si trova immediatamente sullo stesso fronte, sono proprio i due protagonisti della storia, ovvero Messner e Viesturs. L’alpinista italiano a ridosso della decisione del Libro aveva dichiarto di non aver “mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull’Annapurna di certo siamo stati io e Hans”. Messner aveva subito sottolineato come per lui, l’alpinismo vero sia basato su tutt’altri principi, spiegando inoltre come “la montagna cambia, come ogni cosa in natura” e che “Jurgalski ha semplicemente confuso la cima est con quella principale“. E il nuovo Re degli Ottomila, Edmund Viesturs, come aveva accolto la notizia? Semplice: schierandosi dalla parte di Messner. L’americano (che ha compiuto l’impresa tra il 1989 e il maggio 2005), sulla linea dei principi del Maestro, si è subito discostato dalla decisione presa dal Libro dei Guinness riconoscendo – ancora una volta – Messner come “unico Re”, postando una foto sui social dello scalatore italiano, ricordando come “altri scalatori, come me, hanno potuto seguire le sue orme, grazie alla sua ispirazione”. Dopo queste dichiarazioni, i due si sono incontrati nella giornata di ieri, prima a Castel Firmiano, al museo di Messner e successivamente a Trento, nell’ambito del Festival dello Sport. Gli alpinisti hanno affermato nuovamente come per loro i record non hanno alcune importanza. L’americano ha espresso ancora parole importanti per Messner, come riportato dall’ANSA, e sottolineato la contrarietà verso la scelta del Guinness:
“Ero contro la decisione di Guinness di toglierlo e ora sono contento che Reinhold venga riconosciuto come primo, come dovrebbe essere”
Libro dei Guinness: Eberhard Jurgalski e la sua recente ritrattazione
Alle luce di quanto accaduto dopo la scelta di Eberhard Jurgalski di togliere il titolo di Re degli Ottomila e Messner per darlo a Viesturs, sembra che il Libro dei Guinness sia “corso ai ripari” e nell’edizione 2024 del volume Messner tornerà a rivestire quel titolo. L’autore tedesco infatti ha concepito una zona rasente la cima della montagna, attono ai 190 metri dalla vetta: questo parametro restituirebbe il primato allo scalatore italiano di Bressanone. E per non scontentare Edmund Viesturs, Jurgalski (che ha ammesso alla stampa tedesca che il suo intento non era quello di sconvolgere la storia dell’alpinismo) gli ha conferito ilprimato in una nuova categoria dove vengono insieriti i più recenti “conquistatori” di tutte le vette sopra gli ottomila. Ma alla luce delle precedenti dichiarazioni, possiamo immaginare quanto questo recente cambio di rotta da parte del Guinness posso essere preso in considerazione dai due protagonisti della vicenda, che sempre nella giornata di ieri hanno ricordato come l’alpinismo sia fatto di momenti, di condivisione, “abbracciare la montagna, incontrare la gente e godersi il momento” (Viesturs sempre all’ANSA). Mentre Messner ha ribadito la sua distanza da qualsiasi coinvolgimento ulteriore con il Libro dei Guinness.