Litcore, cos’è la nuova tendenza che fonde letteratura e moda? Con questo termine si indica il trend che sta spopolando soprattutto negli Stati Uniti. Chi ama la lettura vuole manifestare questa passione anche attraverso accessori di moda. Ecco com’è nata.

Cos’è Litcore: com’è nata questa tendenza

In ogni trend di moda, possedere un certo capo di abbigliamento o un accessorio firmato equivale ad uno status sociale. Non sono quindi molto differenti le origini di Litcore, che tendono tuttavia ad elevare la persona ad un diverso status culturale.

La tendenza è nata negli Stati Uniti, inizialmente legata alla borsa di tela del periodico The New Yorker. Fin dal 2014 utilizzare questa tote bag dava l’inconfondibile significato di essere uno dei pochi assidui lettori della rivista. Per averla infatti occorreva sottoscrivere un abbonamento annuale, di circa 50 dollari.

Mesi dopo però lo stesso articolo veniva venduto tra utenti privati nei vari siti di e-commerce e aveva così smesso di essere una sorta di status culturale per diventare solo un simbolo di ostentazione con l’obiettivo di raggiungere maggior visibilità. In pratica, far sapere agli altri di possedere un oggetto esclusivamente dedicato al pubblico di lettori della rivista aveva lo scopo di elevarsi rispetto la massa.

Questo movimento si è poi espanso ed è diventato quello che oggi chiamiamo Litcore.

Uno status culturale

Dalla tote bag in tela del The New Yorker si è passati ai cappellini da baseball con ricamato il nome di alcune scrittrici di nicchia, note però per aver avuto riconoscimenti importanti come ad esempio il premio Pulitzer.

Tra i nomi più gettonati ecco che troviamo Zadie Smith, Lydia Davis, Joyce Carol Oates ma anche la italosvizzera Fleur Jaeggy. L’idea è stata cavalcata dall’azienda Minor Canon, brand canadese che produce appunto cappellini da baseball. Sul sito troviamo poi diverse categorie, da ““autori morti” a “scuola di Francoforte” e “artisti smaterializzati”.

Questi accessori stanno spopolando e il trend è in constante aumento sia su X che su TikTok.

Secondo gli esperti che stanno studiando questo fenomeno sociale, i libri indicano le preferenze e i gusti di una persona allo stesso modo degli abiti indossati o dell’automobile che si possiede. Imprimere queste scelte anche su accessori di moda amplifica la sensibilità intellettuale di quel soggetto e di come sia visto dalla società.

A differenza poi dei trend passeggeri, questi accessori sono una sorta di capsula intellettuale senza tempo.

Il Litcore è oltretutto sostenuto da diversi artisti di spettacolo e personaggi famosi. Molti VIP poi si affidano ad una nuova figura professionale, il book stylist, per scegliere quale scrittore avere impresso sui propri accessori o con quale libro è meglio farsi fotografare. Ogni particolare infatti manda uno specifico messaggio ai propri fan.

Dalla letteratura al cinema?

Niente di strano e niente di nuovo. D’altronde il Litcore è il naturale passaggio successivo che segue la moda delle t-shirt con impresso il nome di band musicali.

È anche uno straordinario strumento di marketing. Il primo autore a sfruttare questa potenzialità è stata Sally Rooney. La scrittrice e poetessa irlandese ha infatti pubblicizzato il suo ultimo libro “Mondo bello, dove sei?” con la commercializzazione di gadget, t-shirt, tote bag e altri accessori che riportavano il nome dell’opera letteraria.

Il fenomeno ben si presta poi ad essere accostato alla cultura cinematografica. Nei casi più recenti, imprimere il nome di una regista sui propri accessori e t-shirt è diventato una forma di emancipazione femminista. Basti pensare all’azienda Girls on Tops che da tempo commercializza oggetti marchiati con i nomi delle registe Sofia Coppola, Greta Gerwig o Mia Hansen Love.

In altri casi il trend è perseguito per meri scopi pubblicitari. È il caso della casa di produzione A24 che hanno sfruttato alcuni iconici oggetti presenti nei loro film per mettere sul mercato prodotti di merchandising.