Prosegue la guerra tra Israele ed Hamas, oggi 16 ottobre 2023. Il premier Netanyahu ha invitato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Gerusalemme. Si contano un milione di sfollati dopo i primi attacchi a Gaza.
Guerra in Israele oggi 16 ottobre 2023
A quasi dieci giorni dall’inizio della guerra tra Israele ed Hamas continuano gli attacchi su Gaza. Più di un milione di persone sono state costrette a lasciare le loro case secondo quanto riferito dall’Onu. Ora la necessità è quella di creare corridoi umanitari e che Hamas rilasci quanto prima gli ostaggi israeliani per evitare ulteriori ripercussioni sulla popolazione civile di Gaza. Oggi il premier Netanyahu ha invitato Biden in Israele.
Situazione critica a Gaza
A Gaza manca il cibo e l’acqua e le persone che sono rimaste nella città palestinese si stanno preparando ad un possibile attacco da terra da parte delle forze israeliane. Resterà aperto il valico di Rafah per consentire ai cittadini un corridoio sicuro. Un altro allarme invece riguardo gli ospedali: secondo l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari i nosocomi di Gaza hanno ancora 24 ore di autonomia di alimentazione elettrica. Ecco la storia della Striscia di Gaza in breve.
Nessun tregua a Gaza
Secondo Reuters che si è basata sulle dichiarazioni di due funzionari egiziani, Israele avrebbe accettato di fermare il fuoco ma lo stesso Stato ebraico ha smentito la notizia di un cessate il fuoco nel sud di Gaza per consentire l’apertura del valico di frontiera di Rafah. Il governo israeliano ha invece deciso di sgomberare 28 comunità sul confine con il Libano, collocate a una distanza di 2km dalla frontiera. L’esercito israeliano ha reso noto che sono 199 le persone che sono state rapite da Hamas nell’attacco del 7 ottobre mentre il numero di vittime cresce ancora ed arriva a 2750.
Blinken torna in Israele
Il segretario di Stato americano Antony Blinken è tornato in Israel per evitare che il conflitto tra lo Stato ebraico e Hamas si allarghi all’intera regione.
Blinken. Previsto nuovo incontro con Netanyahu.
La Cina e la Lega Araba invocano il cessate il fuoco
Per Pechino è imperativo un cessate il fuoco tra Israele ed Hamas e l’importanza di tornare ai negoziati. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, nella capitale cinese, ha ricevuto il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov. Il ministro ha dichiarato in merito alla crisi tra Israele e Palestina:
“Il Consiglio di sicurezza dell’Onu deve agire, e le grandi potenze devono svolgere un ruolo attivo. E’ imperativo che venga messo in atto un cessate il fuoco, che le due parti siano riportate al tavolo dei negoziati e che venga creato un canale umanitario di emergenza per prevenire un’ulteriore catastrofe umanitaria”
Un appello condiviso anche dalla Lega Araba. Il segretario Ahmed Aboul Gheit ha chiesto l’immediata cessazione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza e la creazione di corridoi. Ecco cosa ha detto il segretario della Lega Araba durante un incontro dei ministri della Giustizia arabi a Baghdad:
“Chiediamo la fine immediata delle operazioni militari e l’apertura di corridoi sicuri per aiutare la popolazione”
58 palestinesi morti in Cisgiordania dal 7 ottobre
Le forze armate e i coloni israeliani hanno ucciso 58 palestinesi in Cisgiordania dallo scoppio della guerra tra Israele e il gruppo islamico di Hamas a Gaza, dieci giorni fa.
L’Egitto punta il dito contro Israele: “Non hanno ancora deciso su Rafah”
Israele è accusata di temporeggiare da parte dell’Egitto. Il ministro degli Esteri egiziano ha detto che lo Stato ebraico non ha ancora preso una posizione che permetta l’apertura del valico di Rafah dal lato di Gaza. Gerusalemme vorrebbe controllare ogni camion che porta aiuti all’interno della Striscia per verificare che non rifornisca Hamas. La questione, precisa il ministro degli Esteri, è stata segnalata anche all’Onu.