È suonato troppo tardi, l’alert – collegato ad un braccialetto elettronico – che avrebbe dovuto avvisare Concetta Marruocco dell’avvicinamento dell’ex marito, denunciato per maltrattamenti: quando è partito, l’uomo, 55 anni, era già nella sua abitazione. Pochi attimi dopo l’avrebbe accoltellata davanti agli occhi inermi della figlia minorenne, chiedendo a quest’ultima di chiamare il 112.
Concetta Marruocco uccisa a Cerreto d’Esi dall’ex marito: il giallo del braccialetto elettronico e dell’alert suonato tardi
Franco Panariello, 55 anni, era stato denunciato dalla moglie per maltrattamenti in famiglia. Per questo il Tribunale gli aveva imposto un divieto di avvicinamento, costringendolo ad indossare un braccialetto elettronico, in modo che le autorità potessero controllare i suoi spostamenti. A quel braccialetto erano stati collegati due telecomandini, dati alla moglie e alla figlia: un alert le avrebbe avvisate se l’uomo si fosse trovato a circa 200 metri da loro.
Lo scorso 13 ottobre qualcosa, però, è andato storto: dopo essere uscito di casa per recarsi al pronto soccorso, Panariello avrebbe fatto una deviazione, entrando nella casa che aveva condiviso con la sua famiglia – grazie a delle chiavi di cui era ancora in possesso – e uccidendo l’ex a coltellate, davanti agli occhi inermi della figlia di 16 anni, alla quale avrebbe poi chiesto di chiamare il 112.
Sembra che l’alert – o almeno uno dei due che erano in casa – non le abbia avvisate della sua presenza: sarebbe partito quando l’uomo era già all’interno dell’abitazione. Troppo tardi, per permettere loro di mettersi al sicuro. Non è chiaro se qualche allarme sia invece arrivato alla caserma dei carabinieri: i due telecomandi sono già stati sequestrati e, nelle prossime ore, dovranno essere analizzati per capire cosa sia accaduto.
La ricostruzione del delitto
Stando ai primi accertamenti, Marruocco avrebbe provato a difendersi, senza successo: pochi attimi prima che morisse, la figlia, allertata dalle sua urla, si sarebbe affacciata alla porta della camera da letto, assistendo alla brutale aggressione. Poi, scioccata, avrebbe telefonato alla zia materna e ai carabinieri, spingendo l’uomo – suo padre – fuori dall’abitazione.
All’arrivo dei soccorsi per la donna non c’era già più niente da fare. Panariello intanto era stato arrestato e trasferito in caserma. È accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dall’uso di arma, dal vincolo di parentela, dalla presenza della minore, dalla violazione del divieto di avvicinamento e dalla premeditazione. Accuse da ergastolo.
Oggi, 16 ottobre, si terrà nei suoi confronti l’udienza di convalida del fermo. Partirà poi l’esame autoptico sulla salma della 53enne. In base ai risultati il pm potrebbe decidere di contestare anche la circostanza aggravante della crudeltà, che si configura quando le ferite inferte alla vittima sono superiori a quelle necessarie ad ucciderla (indicando un particolare accanimento da parte del killer).
Agli inquirenti il 55enne ha detto di essersi presentato a casa della donna per “un chiarimento“. E che poi, al culmine di una lite, avrebbe perso il controllo, scagliandosi contro di lei e togliendole la vita.
Femminicidio annunciato
In tanti, nelle scorse ore, hanno parlato, in relazione all’omicidio di Marruocco, di un “femminicidio annunciato“: la donna aveva più volte chiesto aiuto e, per un periodo di tempo, insieme alla figlia era stata addirittura accolta in una casa famiglia. Poi la decisione di fornire loro i telecomandi, con la promessa che, se necessario, sarebbero riuscite a salvarsi. Fino al tragico epilogo di venerdì.
Concetta e i suoi figli avevano tentato, con forza, di costruirsi una nuova vita, testimoniando contro il marito-padre al processo per lesioni aggravate. Se non fosse stata uccisa, avrebbe voluto offrire il suo supporto alle altre donne che, come lei, erano e sono vittime di violenza in casa.