Con lo stop alla cessione dei crediti d’imposta e all’applicazione dello sconto in fattura dei bonus edilizi e del superbonus, si certifica la stretta del governo sulle agevolazioni per i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico. Le agevolazioni potranno essere sfruttate solo mediante il terzo pilastro, che è quello originario dei bonus edilizi, ovvero la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi.
Anche l’allungamento degli anni di detrazione fiscale da quattro a dieci del superbonus per le spese sostenute dai committenti e dai contribuenti nel 2023 (dopo quelle del 2022), va letta in quest’ottica. Non si potrà più far circolare il credito d’imposta scaturito dai lavori edilizi, ma si dovrà ripartire il beneficio fiscale per quote nella dichiarazione dei redditi.
Ciò comporta due conseguenze importanti. La prima è la possibilità di ampliare la platea dei contribuenti – anche percettori di redditi bassi e di capienza fiscale limitata – ammessi ai bonus edilizi e, soprattutto, al superbonus. La seconda conseguenza è quella di una migliore gestione del governo del deficit e del disavanzo del bilancio dello Stato, soprattutto in considerazione dei cambiamenti effettuati da Eurostat a partire da febbraio scorso.
Stop cessione crediti e sconto in fattura dei bonus edilizi e superbonus: ecco la stretta della Manovra 2024
Arriva lo stop definitivo alla cessione del credito d’imposta e all’applicazione dello sconto in fattura sul superbonus 110% e sugli altri bonus edilizi dalla legge di Bilancio 2024. La Manovra che sta impegnando il governo di Giorgia Meloni in questi giorni, dopo l’adozione del decreto 11 di inizio del 2023, al termine dell’anno metterà la parola fine alla circolazione dei bonus edilizi mediante la cessione e lo sconto in fattura. Ciò limiterà i contribuenti nel poter utilizzare la sola detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi, chiudendo anche i limitati spazi di utilizzo delle due opzioni in ragione di specifici adempimenti.
Ad oggi, infatti, il superbonus può essere utilizzato fino al 31 dicembre 2023 con cessione del credito e sconto in fattura per i condomini in regola con la delibera entro il 18 novembre dello scorso anno e relativa presentazione della Cila entro la fine del 2022. Per quei condomini che abbiano fatto partire i lavori entro il 16 febbraio 2023, è ancora possibile la cessione del credito e lo sconto in fattura con agevolazione del 110% per i vincoli rispettati di fine 2022.
Lo stesso può dirsi per il superbonus villette, ma anche in questo caso era necessario aver aggiunto il 30 per cento di stato di avanzamento degli interventi (Sal) entro il 30 settembre dello scorso anno. A queste condizioni, le spese del 2023 sono agevolate ancora con il 110% di bonus.
Stop cessione sconto bonus, ecco cosa cambia con la detrazione fiscale in dieci anni
Tuttavia, a ben vedere, si tratta di casi limitati di utilizzo del massimo dei bonus e delle due opzioni di circolazione dei crediti. Per il 2024, la legge di Bilancio consentirà ai committenti di agevolare le spese del 2023 con detrazione fiscale di dieci anni, un’opportunità per allungare il periodo di beneficio fiscale riducendo, peraltro, la quota annuale da portare in detrazione.
In questo modo, anche i contribuenti con poca capienza fiscale potranno aspirare di effettuare i lavori di efficientamento energetico con il superbonus non perdendo quote di bonus per effetto della loro limitata capacità di pagamento delle tasse. Lo schema ripropone quanto già anticipato nel corso del 2023 dalla legge di conversione del decreto 11 di blocco dei crediti d’imposta, che consente ai committenti di suddividere in dieci quote le spese sostenute nel 2023 in alternativa (e a scelta) della detrazione in quattro anni.
Detrazione fiscale superbonus, cosa cambia per i conti pubblici?
La novità consentirà al governo di blindare anche la modalità di contabilizzazione “per cassa” dei crediti d’imposta in applicazione delle novità arrivate dal nuovo Manuale del deficit pubblico di febbraio scorso dell’Eurostat. La contabilizzazione per cassa consentirà ai crediti etichettati come “non pagabili” di limitare gli effetti dei bonus edilizi sul deficit e sul debito pubblico, particolarmente accentuati negli ultimi anni.