Durante la giornata di oggi il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi si è confrontato sulla questione mediorientale, e più nel dettaglio gli scontri tra Israele ed Hamas, con il segretario di Stato americano Antony Blinken, che si è recato oggi al Cairo, per poi tornare domani a Gerusalemme. Al-Sisi in questa sede avrebbe accusato Israele di avere reagito in modo sproporzionato all’attacco di Hamas: “La reazione di Israele è andata oltre l’autodifesa e si è tradotta in una punizione collettiva” della popolazione civile palestinese. Sempr durante l’incontro con Blinken, Al-Sisi ha voluto precisare di essere contro gli attacchi a qualsiasi civile nel conflitto in corso.

Al-Sisi a Blinken: “La reazione di Israele è andata oltre l’autodifesa, è una punizione collettiva” 

Poco dopo il confronto tra Al-Sisi e Blinken, i ventisette Paesi dell’Unione europea hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si invita Israele a seguire il diritto internazionale:

Sottolineiamo con forza il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale di fronte a tali attacchi violenti e indiscriminati. Ribadiamo l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto internazionale umanitario.

Lo stato egiziano, coerentemente con quanto affermato dal presidente, ha intensificato gli sforzi diplomatici per far arrivare gli aiuti umanitari a Gaza, fornendo delle misure di sostegno ai 2.3 milioni di persone che rischiano la vita. Gli aiuti provenienti da altri Paesi, al momento, sono stati raccolti nella penisola egiziana del Sinai, in seguito al mancato raggiungimento di un accordo con Israele che ne permettesse la consegna sicura a Gaza.

Non è stata consentita nemmeno l’evacuazione di alcuni titolari di passaporti stranieri attraverso il valico di Rafah, tra Gaza e Egitto. I bombardamenti israeliani nei pressi del valico, non controllato da Israele, hanno interrotto le operazioni di evacuazione.

Egitto al lavoro per la consegna degli aiuti a Gaza

Come altri Stati arabi, l’Egitto ha dichiarato che i palestinesi hanno il diritto di rimanere nelle loro terre e che sta lavorando per garantire la consegna degli aiuti. Da Al-Sisi è arrivata anche una nota, rilasciata dopo una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, in cui si legge che l’Egitto rifiuta qualsiasi piano di sfollamento dei palestinesi “a scapito di altri Paesi” e che è un tema di fondamentale importanza anche la sicurezza dell’Egitto stesso.

Le parole di Blinken dopo l’incontro a Il Cairo con Al-Sisi

In tutta risposta, il segretario di Stato Usa Blinken ha commentato l’attuale situazione con queste parole:

Gli alleati arabi degli Stati Uniti non vogliono che il conflitto tra Israele e Hamas si estenda. Il valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l’Egitto sarà aperto per gli aiuti umanitari nella Striscia come chiedeva l’Egitto per sbloccare l’uscita di circa 500 americani. Stiamo lavorando con le Nazioni Unite, l’Egitto e Israele per mettere in atto un meccanismo che consenta di consegnare gli aiuti a chi ne ha bisogno.

Le prossime ore saranno fondamentali per mettere in sicurezza gran parte dei civili presenti nella Striscia di Gaza.