Futuro in Arabia per Mourinho? Il fenomeno Saudi League non vuole fermarsi dopo un calciomercato estivo da protagonista assoluto. Carlo Nohra, responsabile del campionato ai microfoni della Gazzetto dello Sport ha parlato su diversi temi dell’ambiziosa lega:
“Si, so bene che in tanti pensano che i calciatori vengano da noi solo per questioni economiche – dichiara Nohra –, è chiaro che i soldi non puzzano ma il fattore economico non è l’unico a muovere i giocatori. Si sono resi conto che in Spl c’è un progetto preciso, a lungo termine. E lo stesso vale per noi. Siamo appena nati, abbiamo 4 mesi di vita, abbiamo fatto un grande sforzo sul mercato ma quella diciamo che è la copertina: stiamo lavorando a 360 gradi su infrastrutture, personale, media, mercato, organizzazione. È un lavoro enorme che però si basa su un pilastro fondamentale: la passione. In Arabia Saudita l’’80% della popolazione consuma calcio, e noi vogliamo dare ai sauditi un grande prodotto”.
L’offerta a Mourinho
Dall’arrivo di Cristiano Ronaldo di Gennaio c’è stato un gigantesco effetto domini e altri grossi nomi potrebbero approdare in Arabia. Uno dei nomi più caldi è quello dell’allenatore della Roma Josè Mourinho che aveva confermato pochi giorni di fa di aver avuto in estate una grossa offerta da un club della Saudi League: “Non c’è dubbio che il cosiddetto ‘Ronaldo effect’ sia stato eccezionale per noi. Ha cambiato tutto in termini di visibilità, di rilevanza, di contratti televisivi. Ora non posso dire che Mourinho sarà il prossimo grande colpo, però è ovvio che il suo eventuale arrivo rappresenterebbe un altro enorme salto di qualità sotto tanti aspetti”.
L’ipotesi Champions League
Tra i rumors più interessanti degli ultimi mesi c’è quello che riguarda una possibile partecipazione di una squadra araba nelle prossime edizioni della Champions League con il nuovo format ideato da Ceferin: “Domanda cattiva… – ha detto con un sorriso il dirigente –. Diciamo che la Champions League è ovviamente il modello da seguire per noi. Però noi non vogliamo solo copiare, vogliamo creare qualcosa di nostro. Stiamo attenti a ciò che succedere nella geografia calcistica, ma la priorità, nel breve e nel medio periodo, è quella di costruire un prodotto valido, appetibile, riconosciuto. Poi si vedrà. Ma al momento non c’è nessuna intenzione da parte nostra di muoverci verso l’Europa”.
Sulla possibile candidatura a ospitare i mondiali nel 2034: “Premesso che è un tema che è in mano alla federcalcio saudita, è chiaro che l’organizzazione di una Coppa del Mondo è qualcosa che porta benefici all’intero scenario calcistico di un Paese. Per cui tifiamo per la candidatura saudita, un eventuale successo cambierebbe molto le cose anche per noi, in positivo”.
Le parole di Donadoni
“Questo è un aspetto fondamentale – ha confermato Donadoni, anche lui tra gli intervistati assieme a Nohra –. Io prima di andare in Arabia ero stato a New York, e dopo sono stato in Cina. In nessuno dei due Paesi ho trovato quella passione per il calcio. E non solo: in America giocavo su un campo sintetico condiviso con i Jets e i Giants del football Nfl, a Gedda ho giocato sul miglior manto erboso della mia vita. E la qualità di base era decisamente superiore in Arabia Saudita. Rispetto alla Cina questo mi sembra un progetto molto più strutturato, che guarda al medio e al lungo termine, lì mi era parso, e si è rivelato, tutto estemporaneo”, chiude l’ex allenatore della Nazionale e del Napoli.