Oggi 15 ottobre si sono aperti i seggi elettorali in Polonia: è il momento per eleggere i 460 deputati del Sejm (Camera bassa) ed i 100 senatori che formeranno il nuovo parlamento. Le elezioni son state anticipate da una campagna elettorale piena di livore e attacchi personali e, secondo gli ultimi sondaggi disponibili, molte delle intenzioni di voto andrebbero al Pis (Diritto e giustizia), partito conservatore di destra di Jaroslaw Kaczynski. Di poco staccata l’opposizione rappresentata da Donald Tusk.
Elezioni in Polonia 2023: affluenza e punto della situazione
Le elezioni hanno avuto inizio questa mattina alle 7 e termineranno alle 21. L’affluenza alle urne non sembra particolarmente elevata ma alcuni osservatori suggeriscono di attendere il tardo pomeriggio per vedere se arriveranno altri elettori: alle 12 l’affluenza segnalata era del 22,59%. Un dato in aumento rispetto alle elezioni del 2019, quando alla stessa ora l’affluenza era del 18,14%.
Un piccolo segnale che indica che i 29 milioni di cittadini polacchi chiamati alle urne ben comprendono il valore di queste elezioni, innanzitutto per il proprio paese e poi anche per la politica europea. In Polonia i sondaggi indicano due partiti accreditati alla vittoria: il Pis di Jaroslaw Kaczynski e la “Coalizione civica” guidata da Donald Tusk. Nessuno dei due, però, avrebbe i numeri necessari per formare da soli un governo, rivolgendosi quindi necessariamente agli altri tre partiti che corrono per le politiche.
I sondaggi più recenti danno Diritto e Giustizia a circa il 36% dei voti, mentre il blocco di partiti all’opposizione, Coalizione Civica, è dato intorno al 30%. Come detto, chi vince potrebbe dover ricorrere a quel 10% di voti che il blocco di sinistra o quello di estrema destra (rispettivamente Nuova Sinistra/Sinistra insieme e Confederazione Libertà e Indipendenza) dovrebbero riuscire a guadagnare.
La legge elettorale polacca, però, ha una soglia di sbarramento abbastanza alta (5% per i partiti ed 8% per le coalizioni): se Tusk o l’opposizione all’attuale governo dovessero ottenere anche pochi voti in meno del previsto cadrebbe uno degli ultimi modi per criticare ed opporsi alle politiche identitarie, securitarie, conservatrici e di destra che l’attuale governo guidato dal Pis ha espresso in questi 4 anni.
La guerra russo-ucraina ha dato modo al premier uscente Mateusz Morawiecki di criticare chiunque, nella sua visione, fosse d’intralcio alle politiche della sua Polonia: ecco quindi polemiche e decisioni contro i “burocrati” europei, gli sgravi fiscali per i cereali ucraini, una diminuzione delle armi date all’esercito ucraino, politiche contro i diritti delle donne e delle minoranze e di accentramento dei media (ne sono rimasti pochissimi ad essere davvero indipendenti).
Un altro “trucco” utilizzato dal governo è stato l’indire, sempre oggi, un referendum con 4 domande tendenziose e che contengono in sé la risposta: un modo per orientare gli elettori indecisi verso il Pis (una domanda recita: “Sei d’accordo con la vendita di aziende pubbliche agli stranieri, in modo che i polacchi perdano il controllo strategico sulla propria economia?”).
Un’eventuale vittoria del Pis con margini risicati lo metterebbe in balìa di forze di estrema destra che ne orienterebbero ancora di più le politiche, mentre i gruppi politici di destra nel Parlamento europeo guardano con interesse alle elezioni di oggi.