Le morti sul lavoro sono una tragedia del nostro paese, come ha recentemente ricordato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma la storia di un uomo morto sul lavoro a 76 anni, Luigi Bernardini, investito e ucciso in un cantiere sull’A12 dove svolgeva il ruolo di custode e controllore della segnaletica, racconta di un dramma nel dramma.

Morto sul lavoro a 76 anni: la pensione non bastava

Luigi Bernardini è morto sul lavoro a 76 anni. Ha avuto un destino simile a molti, troppi altri lavoratori che per mancanza di sicurezza nei luoghi delle loro attività hanno perso la vita mentre si guadagnavano onestamente e faticosamente il pane. Tutte storie ingiuste e dolorose.

Ma se ci fosse una classifica per le storie ingiuste legate alle morti sul lavoro, quella di Luigi Bernardini guadagnerebbe sicuramente una posizione di vertice. Perché Luigi custode notturno in un cantiere e addetto al controllo della segnaletica sull’A12, aveva già compiuto 76 anni ed era ancora lì, a guadagnarsi il pane, svolgendo una mansione che comporta dei rischi piuttosto alti visto che si lavora in autostrada dove le auto, soprattutto di notte, sfrecciano ad alta velocità, sicure di non trovare ostacoli. E d’altronde, le autostrade sono fatte per quello, per agevolare gli spostamenti a bordo di mezzi motorizzati.

Ma i lavoro di ripristino di segnaletica, di manutenzione, di controllo manto, i cantieri delle autostrade insomma, non sono proprio il luogo più sicuro del mondo dove operare e sono infatti vincolati a regole stringentissime relative alla sicurezza.

Se queste regole siano state seguite dalla ditta per la quale lavorava il povero Bernardini verrà appurato nelle sedi opportune, ma ciò che di questa vicenda ha colpito di più l’opinione pubblica è stata l’età anagrafica dell’uomo investito e ucciso che lavorava in un cantiere sull’A12: 76 anni.

 Un’età in cui un uomo dovrebbe aver diritto a smettere la propria attività produttiva qualunque essa sia, e godersi gli anni del tramonto nella tranquillità della sua casa con giornate finalmente libere dalla fatica e dallo stress e godersi la famiglia: moglie e due figli, così risulta. E invece no: Lugi Bernardini, a 76 anni, lavorava ancora.

 E mentre faceva quello per cui era pagato, ovvero il custode e l’addetto al controllo della segnaletica, è stato preso in pieno da un Audi. Investito, è morto sul colpo al km 57 dell’autostrada A12 Genova-Sestri Levante nei pressi di Deiva Marina. L’investitore, sotto shock è stato portato all’ospedale di Lavagna, mentre per Luigi nessun soccorso è stato possibile.

Chi era Luigi Bernardini: ancora al lavoro a 76 anni, investito e ucciso sull’A12

“La morte dell’operaio di 76 anni investito in un cantiere sull’autostrada A12 è di una gravità indescrivibile anche per chi, come noi, ogni giorno si trova a dover combattere una guerra ad armi impari contro un nemico che si chiama profitto”, hanno tuonato i rappresentati dei sindacati Cgil e Uil Liguria dopo la morte di Luigi Bernardini, che ha lasciato basiti molti.

Che ci faceva un uomo di quell’età ancora al lavoro? Luigi Bernardini è stato investito e ucciso sull’A12 dove era impiegato in un cantiere perché, sebbene percettore di pensione minima, non arrivava alla fine del mese. Era stato infatti lui a chiedere di poter continuare a lavorare anche se l’età pensionabile l’aveva passata da un pezzo.

E d’altronde la lunga storia lavorativa dell’uomo non si può dire che sia stata fortunata. Nativo di Carrara, viveva con la famiglia nel borgo di Fosdinovo, aveva lavorato come metalmeccanico alla Montedison fino alla chiusura della sua fabbrica, poi si era reinventato fotografo ma anche quell’attività dopo qualche anno era naufragata ed era stato costretto a chiudere. Infine, anni fa era approdato nell’azienda specializzata in segnaletica di cantiere per cui ancora lavorava, su sua richiesta.

Secondo i primi accertamenti, Bernardini risultava regolarmente assunto, e sottoposto a controlli medici ogni sei mesi come previsto dalla normativa. ,L’altra notte era regolarmente sul suo posto di lavoro di custode notturno. Secondo le prime ricostruzioniil 76enne avrebbe attraversato la carreggiata per cambiare una luce che non funzionava. Ed è stato centrato in pieno dall’automobile in un tratto di curva prima dell’inizio del cantiere.