Quella delle scommesse illegali è una dimensione lontana eppure vicinissima, quasi un mondo incantato. Il “regno di Oz” in salsa truffaldina in cui quasi mai chi sorride di più è anche quello che ha più soldi degli altri e in cui il denaro e i regali costosi aprono le porte e oliano ingranaggi. Il tutto, ovviamente, nel massimo anonimato, la condizione fondamentale e la richiesta principe del vip che vuole provare l’ebbrezza del rischio nei giochi a pronostici pur se illegali.

Scommesse illegali, tra denaro e regali costosi al… responsabile di zona

La garanzia è negli orologi da capogiro o in qualche gioiello di valore.

Rivela così una fonte anonima ad Agipronews, l’agenzia di stampa nel mondo di scommesse e giochi a premi. Quel mondo in cui l’impiegato o l’operaio o il pensionato sperano con un “1”, una “X” o un “2” messo al punto giusto di aggiungere qualcosa in saccoccia. Ma in quest’altro mondo non girano normali schedine e i soldi da puntare sono tanti. Troppi.

Si racconta di incontri in locali magari alla moda, all’ora dell’aperitivo comoda per tutti e adatta alle chiacchiere. Parole e parole come quelle con cui il personaggio noto garantisce, appunto, il pagamento del debito che il più delle volte contrae. Basta sganciare il cinturino dell’orologio al proprio polso.

E ancora messaggi su Whatsapp, su Telegram e gli investigatori che facilmente, in quelle conversazioni, risalgono al vero significato della parola “Pizza”, o “Gomma”, o “Patata”. Limitare il tutto al campo ludico – con ciò che ne consegue, come l’oramai gettonatissima “ludopatia” – prova sempre più facili imbarazzi, soprattutto quando apprendi che i metodi di comunicazione usati sono gli stessi della malavita organizzata. E non soltanto quelli, visto che al vertice della piramide ci sono proprio le organizzazioni criminali.

Incontri all’ora dell’aperitivo, messaggi in codice, “agenti di zona”

In questo mondo, le “agenzie” di scommesse (il “banco“) conducono a latere altre attività anch’esse illegali, i cui proventi finiscono nei paradisi fiscali noti a tutti ma da sempre indisturbati. In altri paradisi hanno invece “sede” i siti non autorizzati. L’Agenzia delle dogane ne ha chiusi qualcosa come 10.000, raconta sempre Agipronews. Ma per ogni sito che chiude ce n’è un altro che ha già aperto e il cui indirizzo rimbalza via mail. Sebbene il più delle volte sia piuttosto facile: basta cambiare il numero progressivo in una parte di quell’indirizzo. Problemi tecnici o, peggio, di liquidità? Niente paura, perché c’è persino l'”agente di zona” da contattare, che poi sarebbe il primo destinatario dei regali di cui sopra.

Qualcuno ha detto che tutto questo non sarebbe paragonabile allo scandalo del 1980. Ai tempi, partì tutto da un fruttivendolo e da un ristoratore, ma fu soprattutto un gran daffare per truccare partite. Non “semplici” scommesse, per quanto di lusso e in segreto.