Festival dello Sport, le parole di Cristiano Giuntoli. – Si conclude con il botto il Festival dello Sport in programma a Trento. Il Festival si chiuderà infatti con tantissimi appuntamenti a partire già dalla mattinata del 15 ottobre e vedrà diversi ospiti nel corso della giornata. Tra gli ospiti di maggior rilievo in ambito calcistico ci sono Pippo Inzaghi, Zlatan Ibrahimovic e Cristiano Giuntoli, direttore sportivo della Juventus. Il primo appuntamento calcistico dell’evento è stato proprio quello con Giuntoli, che dalle ore 11:30 ha parlato e trattato diverse tematiche sempre in ambito calcistico. Di seguito le dichiarazioni più importanti di Giuntoli nel corso del suo intervento al Festival dello Sport che si concluderà nella giornata di oggi, domenica 15 ottobre.

Festival dello Sport, Giuntoli: “La vittoria più bella è quella che deve venire”

Non è di certo un periodo semplicissimo per il calcio italiano, visto lo scandalo scommesse degli ultimi giorni. Intanto, parallelamente, la nazionale italiana ha battuto Malta nella gara di qualificazione ai prossimi europei (QUI il resoconto del match) e si sta svolgendo il Festival dello Sport a Trento. Diversi gli ospiti di spessore in questi giorni. Nell’ultimo giorno, domenica 15 ottobre 2023, ha parlato anche Cristiano Giuntoli, direttore sportivo della Juventus.

“Le vittorie hanno tutte un grande fascino, in tutte le categorie. Il ‘noi’ ti fa vivere emozioni e condivisioni incredibili. Tutte le mie vittorie sono belle, dalla D allo scudetto dell’anno scorso. Ma quella più importante sarà sempre la prossima. Durante il centenario Juve mi sono trovato a tavola con i migliori della Juve, ero molto emozionato. Parlare di un solo calciatore della Juve del passato è riduttivo. Del Piero, Baggio, Platini, tutta gente che ha segnato la storia del calcio mondiale. La Juve di Lippi fu l’emblema del club”.

Giuntoli ha poi proseguito: “Prima del famoso rigore/non rigore di Iuliano su Ronaldo, feci un’amichevole contro la Juventus, giocavo con l’Imperia. Lippi entrò nello spogliatoio e chiese chi fossero i centrali. Risposi io e mi disse di fare attenzione a Inzaghi, che era appena tornato da un infortunio. Da calciatore ero mediocre, ma ho avuto la testa per fare qualcosa dopo. Qualcosina sto facendo e qualcos’altro voglio fare in futuro. Ho giocato in D, in C, sono esperienze che ti aiutano nel mio mestiere. Ti aiutano a fare delle valutazioni corrette e capire tanti piccoli dettagli. Una volta a Napoli ci fu Albiol che fece due errori, era disperato, ma gli ho detto che aveva sbagliato per sopperire a una mancanza di un compagno. Lui mi chiese come me ne fossi accorto, gli ho detto che qualche partita l’ho giocata anche io…”.

Le parole di Giuntoli sul passato

Il direttore sportivo della Juventus ha poi proseguito, trattando altri argomenti. “C’è stato un momento in cui dovevo prendere una strada, ho scelto il calcio rispetto all’architettura. Mia madre non era contentissima, avevo scelto una strada tortuosa, piena di punti di domanda. Ciò dava pensiero alla mia famiglia, anche se mio padre mi spalleggiava di più rispetto a mia mamma. Non c’era la sicurezza di un futuro”.

Quando ho deciso di fare il ds? Quando giocavo mi sono accorto di essere diventato un punto di riferimento per tutti, stavo facendo gestione senza accorgermene. Per natura mi piace aggregare. Mi sono accorto dopo che stavo già gestendo, davo anche qualche suggerimento per il mercato. È stata una cosa naturale. A 24 anni volevo già fare il dirigente. Ora rappresento un club importantissimo, giusto che faccia sentire la mia voce. All’inizio non mi piaceva apparire. Juventus inizia con Ju, che è ‘tu’ e finisce con us, che è ‘noi'”.

Poi Giuntoli ha proseguito: “Al Carpi fu il presidente a darmi fiducia per primo. Abbiamo costruito una bella situazione. Ho conosciuto il calcio dalle basi. Segreteria, giardinaggio, tutto. In quegli anni fu Lasagna il mio acquisto migliore, ma in mezzo a tanti altri. Era così veloce che usciva dal video, è anche un bravissimo ragazzo. Io sono di Agliana, dove ha cominciato Allegri ad allenare. Non c’è un calciatore in particolare che ricordo, si cerca di fare sempre meno errori possibili. Come scelgo un calciatore? Mi piace prendere più informazioni possibili, da che famiglia arriva, la vita che ha fatto precedentemente. Ci sono tanti variabili e comunque si sbaglia lo stesso, ma più informazioni consentono di sbagliare meno”.

Le parole di Giuntoli sullo scudetto del Napoli

Giuntoli ha poi parlato dello scudetto vinto con il Napoli. “Quella è stata una grande soddisfazione. Trovammo un Napoli diverso, l’abbiamo poi razionalizzato, gli abbiamo dato un gioco. Abbiamo aperto un ciclo. La squadra lavorava da lontano, su uno spartito chiaro e questo ha poi dato i propri frutti. È stata una lunga programmazione. Spalletti è stato bravissimo, ma ha usufruito anche dell’aiuto di Gattuso, del lavoro che ha fatto precedentemente. De Laurentiis? Con me è stato straordinario, lo ringrazio perché mi ha dato fiducia. Mi ha preso dal Carpi. Fu un veggente. Il rapporto con lui è stato straordinari, non è quello che pare dall’esterno. Ho trovato dei calciatori molto bravi, con alcuni siamo stati insieme tanto tempo. Per loro diventi come un fratello maggiore. Quando entrambi capivamo di doverci distaccare, erano momenti difficili e dolorosi”.

Il ds bianconero ha in seguito dichiarato: “Il calcio è fatto di motivazioni, spesso le abbiamo trovate in ragazzi giovani, nuovi. Bisogna sempre proteggere l’allenatore, che è un uomo solo, un mestiere molto difficile. A me piace aiutarlo e capirlo, ma per farlo devi capire come pensa, in modo da dargli dei suggerimenti. Allegri? Un grande allenatore. Per ottenere i risultati tutti devono fare una cosa e devono essere convinti che questa sia la cosa giusta. Lui ha quella personalità. Ciò che mi ha stupito è la passione che mette nonostante abbia vinto già tanto in carriera. Al momento stiamo seguendo una strada di valorizzazione dei calciatori che abbiamo. La strada intrapresa è quella giusta, vediamo se a gennaio ci saranno delle opportunità”.

Giuntoli e la Juve: le parole al Festival dello Sport

Giuntoli ha poi proseguito parlando di Juventus. “L’obiettivo è sempre quello di vincere le partite. Per farlo bisogna analizzare la gara, valorizzando ciò che è andato bene e correggendo ciò che è andato male. Non bisogna essere solo fortunati, ma anche. Per diventare una squadra importante bisogna sempre analizzare numeri e gare. Rispetto all’anno scorso la Juventus è molto più giovane. Il mister vuole cavalcare adesso l’intensità e l’aggressività che sta vedendo. Si può sempre fare meglio e vogliamo fare meglio, ma la strada è quella giusta. Favorita per il torneo? Milan, Inter, Napoli, loro hanno iniziato prima di noi con un progetto. Noi vogliamo intanto tornare in Champions, sia per motivi economici che per aumentare valore e autostima dei ragazzi”.

Poi una parentesi su Fagioli: “Siamo dispiaciuti per Nicolò. Abbiamo subito avvertito la procura federale, il ragazzo si è mostrato da subito disponibile. Il nostro compito non è solo quello di punirlo, ma di rieducare un sistema. Abbiamo una grande responsabilità per il futuro. Milan-Juventus? Dobbiamo mantenere questa direzione, di affrontare tutti senza paura. Servirà personalità per affrontare la gara. Sarà un crocevia importante, non per i punti ma per l’autostima. Stiamo cercando consapevolezza”.