Arriva la piattaforma di cessione dei crediti d’imposta del superbonus e dei bonus edilizi. La soluzione riguarderà i bonus che risultano incagliati. La piattaforma sarà adottata nella Regione Veneto in attesa di dare attuazione alla legge regionale sul modello della Basilicata.

La piattaforma Sibonus, operativa e gestita da Unioncamere, può avvantaggiarsi dell’operato di liberi professionisti e di associazioni delle imprese. Lo stesso governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha parlato di “patto con i commercialisti”. L’obiettivo è quello di consentire alla piattaforma di accedere a una filiera non speculativa, che permetterà di far incontrare chi vuole vendere i crediti d’imposta con chi ha intenzione di acquistarli.

La piattaforma rappresenta il primo progetto di questo tipo, non essendoci stato seguito al progetto della piattaforma Enel X che, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto rappresentare un veicolo dei crediti d’imposta da parte di grandi imprese interessate a compensare i bonus acquisiti con imposte e tasse.

Superbonus, sulla cessione dei crediti arriva la piattaforma: ecco dove

Arriva la nuova piattaforma nella Regione Veneto che consentirà l’incontro tra domanda e offerta di crediti d’imposta dei bonus edilizi e del superbonus. Il progetto anticipa l’intervento della Regione che conta di adottare una legge sul modello della Basilicata, che possa consentire alle società partecipate di poter acquisire pacchetti di crediti da compensare con tasse e imposte mediante il modello F24.

Nel frattempo, la piattaforma Sibonus, gestita da Unioncamere e già operativa, dovrà consentire l’incontro tra domanda e offerta dei crediti d’imposta, avvalendosi dall’apporto dei liberi professionisti e delle associazioni di categoria delle imprese.

Superbonus cessione crediti piattaforma, chi può vendere i propri bonus?

L’operatività sui crediti d’imposta bloccati da parte della piattaforma è prevista per le prossime settimane. Da parte sua, la Regione Veneto predisporrà i bandi in base ai quali si procederà con i requisiti di acquisto dei crediti d’imposta da parte delle imprese. Nel bando dovrà essere indicato anche il tetto dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), per garantire l’accesso al maggior numero degli operatori che non sanno a chi cedere il proprio credito.

La Regione, in questo modo, garantirà l’intervento in primis a favore di chi si trovi maggiormente in difficoltà, adottando dei criteri trasparenti dal punto di vista degli indicatori di reddito.

Bonus edilizi, requisiti di Isee per vendere il credito

L’incognita dei crediti derivanti dai bonus edilizi e dal superbonus rimasti incagliati pone la Regione Veneto, come le altre regioni italiane, di fronte alla scelta di scendere in campo con le proprie aziende partecipate per l’acquisizione dei crediti. Ad oggi, non si ha una quantificazione esatta dei crediti rimasti incagliati, ma la Regione spinge affinché le partecipate del trasporto pubblico locale facciano la loro parte nell’acquisizione dei bonus. Ma la Regione invita anche i colossi privati.

L’aiuto concreto dovrebbe arrivato alle famiglie in primis, ma anche agli artigiani e alle piccole imprese. L’accordo con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e gli Esperti Contabili dovrebbe garantire prezzi calmierati per la certificazione dei crediti, passaggio essenziale affinché la piattaforma possa garantire l’effettiva circolazione della “moneta fiscale”.

Bonus edilizi, il modello Basilicata per la vendita del credito

Sul fronte dell’adozione della legge sul modello della Basilicata, il Veneto è tra le regioni che si stanno muovendo per assicurare lo sblocco dei crediti mediante le società partecipate. Negli ultimi giorni si è mossa la Calabria che ha adottato una proposta di legge identica a quella già presentata nella Regione Liguria.

Nell’ultima settimana si era già mossa la Regione Lazio con la proposta di legge che prevede la possibilità di coinvolgere le società partecipate ma anche i propri fornitori. I numeri della regione sono consistenti: tra i bonus bloccati si stimano tra i 4 e i 6 miliardi di euro di crediti rimasti bloccati.