Tutte le blockchain si prefiggono di rispondere alle domande imposte dal cosiddetto trilemma, ovvero prestazioni ottimali in termini di scalabilità, convenienza e sicurezza. Per farlo, la strada migliore è quella di reperire algoritmi di consenso o design in grado di strutturare e archiviare al meglio le transazioni.
Tra gli strumenti che stanno cercando di dare risposte stringenti in tal senso, un posto di assoluto rilievo spetta a Mimblewimble. Questo design è stato introdotto nel corso del 2016 da Tom Elvis Jedusor, uno pseudonimo che non ha mai consentito di risalire alla vera identità dell’autore. Il suo lavoro ha comunque fatto da base per la pubblicazione di un documento, recante lo stesso titolo, da parte di Andrew Poelstra. Da allora è oggetto di studio da parte di molti ricercatori.
Mimblewimble: di cosa si tratta
Mimblewimble, come abbiamo già ricordato in avvio, è un design della blockchain che si propone in particolare uno scopo: implementare al massimo i livelli di privacy della rete. Non a caso è stato adottato da Grin e Beam, che si prefiggono di conseguire il totale anonimato a favore degli utenti. Oltre che da Litecoin, ancora in fase di testnet, in questo caso una scelta abbastanza sorprendente.
Il nome di questo protocollo rappresenta un vero e proprio tributo alla saga di Harry Potter. Proprio al suo interno, infatti, questo nome va a indicare la formula Maledizione Languelingua, ovvero l’incantesimo il quale impedisce alla lingua di colui che ne è oggetto di pronunciarne a sua volta. Nell’ambito della blockchain, a restare muti sono i blocchi, i quali non possono dare risposte ai quesiti relativi all’identità degli estremi di una transazione.
Detto in altre parole, un blocco Mimblewimble appare alla stregua di una sola transazione. Al suo interno i blocchi possono essere oggetto di verifica e conferma, senza però essere in grado di fornire ragguagli sulla stessa. Proprio per questo è utilizzato in particolare dalle cosiddette Privacy Coin.
Come funziona MW
Per quanto concerne il funzionamento, Mimblewimble si compone delle seguenti fasi:
- la formazione di un blocco recante l’aspetto di una transazione unica, che non necessita di informazioni dettagliate per la sua convalida;
- la verifica della transazione, cifrando la quantità di monete e facendo in modo che le informazioni sull’operazione siano impossibili da consultare per un osservatore esterno. In pratica, la transazione consente di conoscere soltanto l’elenco delle entrate e delle uscite, con le firme corrispondenti ad ognuna di quelle avvenute all’interno della blockchain;
- la convalida delle operazioni, per la quale è però necessario che la somma tra entrate e uscite sia eguale a zero. Per riuscirci è necessario che nella verifica non vadano a interferire nuove monete create improvvisamente e che le parti dell’operazione conservino la proprietà delle chiavi.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di Mimblewimble?
Mimblewimble garantisce alcuni vantaggi di notevole rilievo. Il primo di essi è da ravvisare nella compressione dei dati, tale da andare a beneficio della dimensione complessiva della blockchain. Ne deriva una verifica dei blocchi più rapida e la convenienza in termini di costi. Oltre a benefici in termini di decentralizzazione, conseguenti ad essa, con la formazione di una comunità meglio distribuita.
Il secondo beneficio, per alcuni quello più rilevante in assoluto, è proprio in termini di privacy. Le transazioni sono in pratica impossibili da tracciare, in quanto MW impedisce di risalire ai loro estremi. Dal punto di vista legale, però, questo artificio potrebbe porre dei problemi di non poco conto, spingendo le autorità di controllo a prendere provvedimenti per fermarne l’adozione.
A fronte di questi benefici, ci sono però svantaggi da porre sull’altro piatto della bilancia. Il primo dei quali, anche se al momento abbastanza relativo, è la permeabilità agli attacchi dei computer quantistici. Permeabilità resa possibile dal fatto che Mimblewimble si basa sulle proprietà relativamente basilari delle firme digitali.