Nella riforma delle pensioni del 2024 alcune misure, come l’Ape sociale, potrebbero divenire strutturali. Oltre alle novità attese su quelle che sono state chiamate come “misure-ponte”, l’Anticipo pensionistico sociale potrebbe trovare la conferma quale canale di pensionamento anticipato per sempre, consentendo ai lavoratori in difficoltà economiche e sociali o che svolgano mansioni gravose, di poter uscire a 63 anni di età con un’indennità di 1.500 euro al mese per tutto il periodo di prepensionamento.
La novità è emersa dall’incontro che si è tenuto, nella giornata di ieri 13 ottobre, a Palazzo Chigi alla presenza delle parti sociali. Sempre sulle uscite anticipate a 63 anni dovrebbero arrivare novità anche su opzione donna. La misura di prepensionamento delle lavoratrici dovrebbe continuare il suo percorso di sintesi con l’Ape sociale già avviato nella scorsa legge di Bilancio, ma con un allentamento dei requisiti ritenuti più penalizzanti.
Riforma pensioni 2024, l’Ape sociale potrebbe diventare strutturale e ultime novità su opzione donna
In ambito di canali di pensione anticipata e di alternativa alle misure della riforma Fornero, l’Ape sociale dovrebbe divenire finalmente strutturale con la legge di Bilancio 2024. Introdotta dall’articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio 2017, la misura di uscita anticipata prevede un’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps, entro dei limiti di spesa, a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.
Nel tavolo che si è tenuto a Palazzo Chigi alla presenza delle parti sociali nella giornata di ieri, si è discusso anche delle misure di pensione anticipata. Non si dovrebbe andare più in là di misure-ponte, come già ampiamente annunciato nei mesi precedenti.
Come si esce con l’Anticipo pensionistico sociale?
Tra queste, l’Ape sociale assicura una sintesi di canali di prepensionamento per i lavoratori che abbiano necessità di uscire dal lavoro in anticipo (perché in stato di disoccupazione, per assistere il coniuge o un parente, per una riduzione della capacità lavorativa o per l’usura dalla mansione che si svolge) e ragioni di spesa e di peso sui conti pubblici della misura.
Insieme a quota 103 e alle novità su opzione donna, dunque, l’Ape sociale ci sarà ancora e dovrebbe divenire strutturale, consentendo ai lavoratori di poter programmare la propria uscita dal lavoro con anticipo. Peraltro, qualche novità sull’Anticipo pensionistico sociale dovrebbe arrivare dal requisito dei lavoratori addetti a mansioni gravose.
Riforma pensioni Ape sociale, come cambia nel 2024?
Attualmente le categorie di mansioni gravose sono 23 e sono qualificate dal codice Ateco assegnato a ciascun lavoro. Ad esempio, per individuare se il proprio lavoro rientra tra i gravosi, si può verificare la categoria relativa agli “operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica”. Individuando il codice Ateco della categoria sul portale Istat, si può sperare di rientrare tra i lavoratori ammessi all’uscita anticipata a 63 anni.
Pensione anticipata, le novità 2024 di opzione donna: ecco cosa cambia
Rispetto all’Ape sociale, anche l’opzione donna potrebbe variare nuovamente in vista dell’ennesima proroga, quella del 2024 per i requisiti maturati entro il 31 dicembre 2023.
L’ipotesi che si sta facendo in questi ultimi giorni è quella di un mix di requisiti delle due misure, con i parametri richiesti dall’Ape sociale (disoccupazione, invalidità, carichi di cura o caregiver) integrati ai criteri dell’opzione donna (età a partire dai 61 o 62 anni e anni di contributi).
Proprio sulla contribuzione potrebbe esserci l’ulteriore novità: in ragione dell’aumento dell’età di uscita rispetto ai 60 anni attuali, si assisterebbe alla stessa richiesta dei versamenti dell’Ape sociale ovvero 30 anni (con uno o due anni di sconto a seconda dei figli). Per le lavoratrici impiegate in mansioni gravose, gli anni di contributi richiesti sarebbero 35 (rispetto ai 36 dell’Ape sociale), con la possibilità di ottenere uno sconto di uno o due anni a seconda dei figli avuti.