Può capitare di presentare un Isee sbagliato a causa di errori commessi dal CAF e, in questi casi, si ha il diritto di chiedere il risarcimento: come fare? Prima di chiedere un risarcimento danni, è opportuno verificare attentamente, accertandosi che la responsabilità ricada proprio sul CAF e non, invece, a se stessi nel momento in cui viene fornita la documentazione necessaria.
Vediamo, quindi, come ottenere il risarcimento, nel caso in cui il proprio Indicatore sia stato compilato male e contenga errori formali gravi, tali da poter subire un danno.
Come chiedere il risarcimento al Caf in caso di Isee sbagliato
Ogni anno, migliaia e migliaia di cittadini richiedono l’Isee ai CAF, per poter ottenere bonus, agevolazioni sociali e sconti erogati dallo Stato. Si tratta di un documento molto importante che fotografa la situazione economica dell’intero nucleo familiare e si utilizza per accedere a prestazioni agevolate.
Molto spesso, vengono riscontrati errori o omissioni, ma cosa fare se l’errore viene causato dal CAF al quale ci si è affidati? Si tratta di enti autorizzati ad operare dall’Agenzia delle entrate. In caso di errori reiterati rischiano la revoca dell’autorizzazione concessagli ad operare nell’assistenza fiscale dei cittadini.
Quando si chiedere l’Isee, la prima e più importante operazione da fare è di controllo. Occorre verificare attentamente di aver fornito tutti i documenti necessari alla compilazione della DSU. In caso di errori o di omissioni, si rischiano anche sanzioni. Considerando anche che la DSU oltre la prima, a partire dal 1° ottobre, è diventata a pagamento a carico dei cittadini, le operazioni di controllo dei dati diventano ancora più importanti.
Ricordiamo, inoltre, che la responsabilità di quanto si dichiara è unicamente del contribuente. Il compito del CAF, invece, è quello di compilare il modello Isee solo dopo aver esaminato con attenzione i documenti consegnati dal cliente.
Nonostante tutte le accortezze, non sono rari errori formali commessi a causa dell’incurata consegna dei dati da parte del cliente o della poca professionalità del CAF. In alcuni casi, si può chiedere il risarcimento danni al CAF.
Come fare? Il cliente deve mettere in mora il CAF, inviando allo stesso una raccomandata A/R o una PEC. Con essa lo intima di procedere alle correzioni e agli errori commessi, oltre che risarcire i danni subiti.
La lettera di messa in mora deve contenere le seguenti indicazioni:
- Descrizione dell’errore commesso;
- Descrizione del mancato adempimento del CAF;
- Termini per adempiere alla richiesta;
- Intimazione di procedere per vie legali in caso di ulteriori inadempienze.
Cosa succede se l’errore è stato causato dal cliente?
Non sempre la responsabilità degli errori nel Modello Isee può ricadere sul CAF. Molto spesso sono responsabili degli errori gli stessi clienti, a causa di dimenticanze oppure della superficialità con cui vengono consegnati i documenti. Per questa ragione, è più che mai necessario eseguire un controllo sulla causa dell’errore, prima di procedere alla richiesta di risarcimento.
L’errore può essere dovuto a diversi casi. Se il cliente ha dimenticato di dichiarare un conto corrente o una carta di credito, allora il Modello Isee non viene accettato. L’Isee viene restituito al CAF con l’indicazione dell’omissione o della difformità.
L’unica soluzione è presentare una nuova dichiarazione, con l’accorgimento di ricordare di inserire tutti i dati e i documenti necessari al rilascio dell’Isee. È molto frequente, per esempio, dimenticarsi di avere una carta prepagata o una PostePay, che magari non si usa da parecchio tempo. Si deve tenere presente, però, che la banca dati dell’Agenzia delle entrate contiene i dati fiscali e i depositi dei contribuenti. Se, quindi, non viene dichiarata, farà risultare l’Isee difforme. Sarebbe utile non chiedere la giacenza media di un singolo conto, ma direttamente la giacenza media di tutti i conti per l’Isee.
In tutti questi casi, i clienti non possono chiedere il risarcimento al CAF.
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