Le elezioni di domani 15 ottobre in Polonia vengono considerati da osservatori esterni e non come un test importante per capire in che direzione andrà la politica europea nei prossimi anni. Il partito di destra Pis, già attualmente al governo, sembra favorito ma la sua vittoria sarebbe il segnale che l’asse politico europeo si sta spostando verso destra, specie in aree sensibili come l’Est. Vediamo qual è la situazione.

Elezioni in Polonia del 15 ottobre 2023: la situazione generale e perché sono in vantaggio i populisti

L’attuale governo in carica polacco, guidato da Mateusz Morawiecki, ha cercato in tutti i modi di orientare gli elettori polacchi dalla propria parte. Un refrain continuo del Pis (“Diritto e giustizia“) è stata la demonizzazione dell’avversario più papabile, Donald Tusk, considerato alla stregua di un agente straniero, ma diversi osservatori hanno anche segnalato altri “trucchi” usati dall’attuale governo.

L’ultimo dibattito televisivo, infatti, non è stato un vero e proprio dibattito: le domande erano altamente tendenziose (“Sei d’accordo a vendere le aziende nazionali agli stranieri per far perdere ai polacchi il controllo?”), ma soprattutto nessuno dei politici lì presenti poteva rivolgersi l’un l’altro. In un minuto di tempo era impossibile imbastire un vero dibattito che riguardasse anche le politiche del Pis.

Il governo di destra polacco era stato anche scosso nel recente passato da due scandali: il primo riguardo alcuni passaporti falsi venduti a migranti di passaggio sul territorio polacco, il secondo riguardo il missile ucraino caduto sul suolo polacco un po’ di tempo fa. In entrambi i casi, per un governo che fa della sicurezza interna ed esterna un proprio vanto non fu esattamente una gran figura.

Inoltre, è stato segnalato che gli osservatori internazionali (mandati da alcune agenzie per verificare la correttezza delle elezioni) non avevano ancora ricevuto i permessi per poter svolgere il proprio lavoro, mentre dal Ministero per gli Interni fanno sapere che non tutti i voti dei polacchi residenti all’estero saranno conteggiati in tempo.

Gli ultimi sondaggi indicano in testa i due grandi partiti polacchi: Diritto e giustizia al 36% e Piattaforma civica intorno al 30%, con nessuno dei due però potrebbe formare da solo un governo. Dietro di loro 3 piccoli partiti che possono, con i loro voti, aiutare a creare un esecutivo: il cartello di sinistra, il Partito degli agricoltori, un partito ancora più a destra di Diritto e giustizia (Konfederacja).

Quali sono i partiti populisti in Europa e perché sono importanti per la politica europea

Come accaduto per le elezioni spagnole, anche quelle polacche sembrano interessare più i politici italiani che quelli polacchi. In ottica di Europee 2024, alcuni come Matteo Salvini sono convinti che la vittoria di un partito di destra possa essere un segnale a loro favorevole. In Italia la Lega fa, appunto, da “controcanto” di destra a Fratelli d’Italia: giunti al governo, il partito di Giorgia Meloni ha ammorbidito alcune sue posizioni, finendo per scendere a compromessi su alcuni temi sensibili nell’agenda europea.

L’immigrazione, certo, ma anche il commercio è un tema scottante oggi in Europa. Se l’Italia cerca un’uscita non traumatica dalle Nuove Vie della Seta (per non inimicarsi la Cina), i sussidi a favore dell’agricoltura ucraina hanno angustiato e angariato i contadini polacchi, ungheresi, slovacchi, belgi ed olandesi.

In tutti questi paesi esistono partiti conservatori-populisti (il belga Vlaams Beland, il Movimento Civico-contadino olandese, il Fidesz ungherese, ecc.) in genere concordi sul cancellare i sussidi a favore dell’Ucraina per non danneggiare i propri contadini.

Ironico, poi, che la lotta alle élite ed alla corruzione sia un tema coerente in questi partiti populisti. Non tanto perché la cosa non sia meritevole di tentativi, quanto perché spesso i primi ad essere accusati di corruzione sono coloro che la denunciano. L’FPO austriaco e l’estone Ekre sono saliti negli anni passati ai governi dei rispettivi paesi, per esserne cacciati quando i loro leader sono stati accusati e condannati per corruzione.

Il conflitto russo-ucraino ha acuito in alcuni casi le divisioni esistenti all’interno di certi paesi. Non solo l’Estonia, con la sua comunità di cittadini russi, ma anche Svezia e Finlandia: i finlandesi del Finns ed i Democratici svedesi oggi sono a favore di NATO e di un riarmamento generale, quando pochi anni fa ne disprezzavano le proposte, accusate di drenare i fondi nazionali.

In Francia il Rassemblement National di Marine Le Pen ha buone possibilità di ottenere la presidenza alle prossime elezioni francesi, ma forse dovrà tenere d’occhio anche i pochi esperimenti di “successo” populisti. In Italia FdI fatica a conciliare promesse elettorali e difficoltà reali, mentre lo Ukip inglese dopo la Brexit è oggi allo 0,1% (con tante persone ormai d’accordo sul fallimento della stessa Brexit).