Cos’è la trombosi venosa profonda? Circa lo 0,2% della popolazione è colpita da questa malattia che può provocare rischi gravi alla salute e soprattutto alla deambulazione.
Generalmente arriva con l’invecchiamento, ma non è raro che insorga anche in giovani donne. Quali sono i sintomi e le cause? Come prevenire e ridurre il rischio?
Cos’è la trombosi venosa profonda: caratteristiche generali
La trombosi venosa profonda, spesso abbreviata con l’acronimo TVP, è la formazione di un trombo all’interno di una vena, normalmente arti inferiori.
Il coagulo di sangue impedisce così il regolare passaggio circolatorio. Il trombo si genera in seguito ad un anomalo addensamento delle piastrine che si uniscono così tra loro. L’ostruzione causa così un’alterazione della pressione circolatoria e di conseguenza dolore e gonfiore nella parte colpita.
Se da un lato la trombosi venosa profonda è abbastanza frequente con l’avanzare dell’età, si riscontrano casi anche in giovani adulti. Si stima che almeno 1% degli anziani della zona occidentale sia affetto da questa malattia, mentre dall’adolescenza alla età adulta l’incidenza è di 1 a 1000.
La patologia si sviluppa soprattutto nelle vene del polpaccio. Il rischio è che il flusso sanguigno venoso accresca l’entità del trombo nella direzione del cuore. Nei casi meno gravi tuttavia il coagulo viene autonomamente disciolto dal sangue.
Cause
Sebbene le cause della trombosi venosa profonda non siano altrettanto certe come il caso di trombosi arteriosa, la ricerca pensa che il fattore principale sia tissutale.
Il fenomeno porta a trasformare protrombina in trombina in conseguenza del deposito di fibrina. Quest’ultima sostanza infatti tende ad agganciarsi al rivestimento dei vasi sanguigni che normalmente dovrebbero invece impedire la coagulazione. Con l’insorgenza di trombosi venosa si innesca un processo infiammatorio.
Se generalmente la formazione di trombi venosi è caratterizzata dall’avanzare dell’età, i più giovani possono manifestare la malattia in seguito a periodi prolungati di inattività. La mancanza di moto, la sedentarietà ad esempio in ufficio alla scrivania o viaggi lunghi in aereo o treno possono aumentare il rischio di insorgenza. La posizione declive sovraccarica infatti la circolazione venosa profonda.
Allo stesso modo si registrano diversi casi in giovani donne in gravidanza o in soggetti che abbiano da poco sottoposti ad intervento chirurgico all’anca o al ginocchio. In generale un paziente già affetto da problemi circolatori e di coagulazione avrà una percentuale più elevata di presentare la malattia.
Sintomi e diagnosi
I sintomi si manifestano con una generale senso di stanchezza, pesantezza e gonfiore alle gambe. Se ciò accade in correlazione ad un prolungato periodo di sedentarietà l’organismo tenderà autonomamente a ripristinare il disturbo aiutandosi con adeguata idratazione.
Negli altri casi i sintomi non devono assolutamente essere trascurati e sottovalutati. È il caso di persone affette da obesità, o con problemi cardiocircolatori pregressi, accaniti fumatori o donne che stanno assumendo la pilla anticoncezionale.
Alcuni sintomi infatti possono o meno presentarsi a seconda del singolo caso. Ad esempio la zona della gamba colpita può essere gonfia e calda o non esserlo per niente. Quando invece l’occlusione sanguigna è ormai estesa e colpisce vene importanti si manifestano evidenti edemi, arrossamento, tensione cutanea e forte dolore.
Capire autonomamente di che si tratta può essere per certi versi complicato perché i sintomi sono molto simili ad altre patologie, come ad esempio traumi muscolari o tendinei, sciatalgia o fratture di natura osteoarticolare. I sospetti che sia realmente una trombosi venosa profonda aumentano nel caso si tratti di un solo arto ad essere sofferente.
Occorre pertanto rivolgersi al proprio medico e successivamente ad uno specialista per una diagnosi completa fintanto che la malattia è nella sua fase acuta. Intervenendo in tempo infatti si riducono i rischi di conseguenze gravi come ad esempio l’embolia polmonare.
Quando invece la trombosi venosa diventa cronica l’arto interessato presenterò macchie sulla pelle, dilatazione delle vene superficiali e addirittura ulcere cutanee.
Trattamento terapeutico
Il trattamento terapeutico della trombosi venosa profonda si avvale di medicinali di tipo anticoagulante e trombolitici. Se i primi prevengono la formazione di nuove ostruzioni ma non sono in grado di sciogliere i trombi già esistenti, i secondi agiranno stimolando fibrinolisi secondaria rompendo così le occlusioni.
A meno che la patologia non sia già sfociata in conseguenze gravi come embolia polmonare, il paziente dovrà seguire la terapia senza necessità di ricovero. Dovrà inoltre utilizzare dispositivi che aiutino la circolazione ed evitino la formazione di trombi, come apposite calze.