A un mese e mezzo di distanza dalla strage di Brandizzo, arriva la notizia del licenziamento da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) di Antonio Massa, il caposcorta sopravvissuto alla strage responsabile di aver fatto iniziare i lavori sui binari agli operai della Sigifer prima di avere l’autorizzazione a procedere. Il suo via libera avrebbe causato la morte dei cinque manutentori delle ferrovie; dopo la strage il caposcorta è entrato in uno stato di choc e profonda depressione. Nella lettera di licenziamento scritta da Rfi si legge che “non è più possibile proseguire neanche temporaneamente il rapporto di lavoro, perché è stato leso irreparabilmente il rapporto di fiducia con l’azienda“. Il licenziamento sarà effettivo dal 20 ottobre.
Strage di Brandizzo, Rfi licenzia Massa: “Sì è incrinato il rapporto di fiducia”
La notizia del licenziamento non ha colto di sorpresa Massa, al momento indagato dalla procura di Ivrea, insieme ad Andrea Gibin, caposquadra della Sigifer, la ditta di Borgo Vercelli, e i suoi dirigenti. La procura stessa, che non ha ancora interrogato Mazza, aveva già inviato al caposcorta l’avviso di garanzia per i reati di disastro e omicidio colposo con l’ipotesi del dolo eventuale.
La procuratrice di Ivrea, Gabriella Viglione, ha aperto l’indagine su Massa in seguito all’audizione, come persona informata sui fatti, di Vincenza Repaci, la dirigente movimentazione della stazione di Chivasso che ha dichiarato di aver negato per tre volte a Massa l’autorizzazione a procedere con i lavori. Inoltre, il 30 agosto, Repaci aveva spiegato a Massa che i binari non erano liberi e di lì a poco sarebbe passato un treno.
Rfi: “Massa ha violato gli standard del Codice etico del gruppo Ferrovie dello Stato”
Il provvedimento adottato da Rfi, dunque, è l’esito di un “iter procedimentale che, in caso di infrazioni e violazioni di principi, regole e procedure da parte del lavoratore, è attivato e svolto nel rispetto di tutte le garanzie di contradditorio e difesa“. Il 14 settembre, Massa ha infatti ricevuto la contestazione disciplinare a cui ha avuto il pieno diritto di rispondere con delle giustificazioni scritte, tuttavia ritenute da Rfi “non idonee“. Per la società di gestione delle reti ferroviarie Massa, con la propria condotta, avrebbe violato “gli standard del Codice etico del gruppo Ferrovie dello Stato”.