La poeta statunitense Louise Glück, vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 2020, è morta di cancro a 80 anni, nella sua casa di Cambridge, nel Massachusetts. Considerata una delle più grandi figure della produzione poetica negli Stati Uniti, era stata premiata dall’Accademia svedese “per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”, diventando la sedicesima donna a vincere questo premio letterario e la prima poetessa americana dopo l’illustre precedente di Toni Morrison nel 1993.

Louise Glück, morta la poetessa americana premio Nobel

Nata a New York nell’aprile del 1943, Glück era discendente da parte di padre di ebrei ungheresi emigrati negli Stati Uniti all’inizio del ventesimo secolo. Glück ha cominciato a scrivere negli anni Sessanta, facendosi subito notare per il proprio stile fluido e la sublimazione della semplice bellezza della natura. In oltre cinquant’anni la poeta ha pubblicato dodici raccolte di poesie, numerosi saggi e un romanzo, Marigold and Rose: A fiction (2022), sulla vita interiore di due gemelle molto diverse tra loro.

La prima raccolta di poesie, Firstborn, del 1968, era inizialmente passata in sordina; solo dopo il 1971, in seguito a un blocco di scrittura superato in concomitanza con l’inizio dell’insegnamento al Goddard College nel Vermont, Glück ha iniziato a conoscere la fama. Le poesie scritte negli anni Settanta sono raccolte nel secondo libro, The House on Marshland (1975), ritenuto da più parti la sua opera più rivoluzionaria e in cui viene rivelata la “scoperta di una voce distintiva” ufficialmente riconosciuta con il Nobel.

L’editore Jonathan Galassi: “Il lavoro di Glück è immortale”

Un lungo percorso di psicanalisi, durante il quale Glück è riuscita a guarire dall’anoressia nervosa di cui aveva sofferto durante l’adolescenza, è stato fondamentale per la sua introspezione poetica e per sviluppare una profonda capacità di leggersi dentro. Le poesie di Glück parlano spesso di trauma e disillusione, come la sua più nota, Mock Orange, che mette in discussione il valore dell’amore e del sesso. Le parole di Glück, afferma il suo editore di lunga data Jonathan Galassi, continueranno a riverberare anche dopo la sua scomparsa:

La poesia di Louise Gluck dà voce al nostro diffidente ma instabile bisogno di conoscenza e connessione in un mondo spesso inaffidabile. Il suo lavoro è immortale.

Negli anni, la sua grandezza letteraria è stata suggellata da numerosi premi prestigiosi negli Stati Uniti: ha vinto il Premio Pulitzer nel 1993 per la raccolta The Wild Iris, un libro di poesie che tratta i temi della sofferenza, della morte e della rinascita; il Bollingen Prize for Poetry nel 2001; il Wallace Stevens Award nel 2008; il National Book Award nel 2014; e una National Humanities Medaglia, consegnata nel 2015 da Barack Obama.