Durante il primo tavolo di confronto tra Governo e parti sociali (ossia associazioni sindacali e datoriali), sulla manovra che sarà varata Consiglio dei ministri lunedì, è stata data “priorità assoluta su redditi e pensioni più bassi“. Il vertice, durato tre ore, si è svolto in un “clima proficuo e costruttivo“. Il governo era rappresentato dai ministri dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, dal Sottosegretario alle Imprese e Made in Italy Fausta Bergamotto e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Palazzo Chigi: “Manovra seria, priorità a redditi e pensioni più basse”
I rappresentanti del governo, tirando le somme sul vertice e sulla manovra, hanno orgogliosamente affermato che, “nel rispetto della sostenibilità della finanza pubblica, si sta lavorando a una manovra seria, responsabile e realista“, portando avanti in modo organico il lavoro iniziato dal governo con la precedente legge di Bilancio.
Altri temi rilevanti sul tavolo sono la riduzione delle tasse attraverso la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo e l’anticipo della riforma dell’Irpef prevista dalla Delega fiscale; misure per la famiglia con incentivi per la natalità e le donne lavoratrici; risorse significative per il comparto sanitario; e i rinnovi dei contratti del pubblico impiego scaduti. Il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, ha espresso un giudizio positivo sul disegno di legge di Bilancio, al contempo sottolineandone le mancanze:
Bene i 15 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, prorogato per tutto il 2024 [Proietti ha aggiunto che è necessario rendere la misura strutturale, NdR]. Anche i 5 miliardi per i rinnovi dei contratti nella Pa sono un passo importante, ma non bastano, così come sono insufficienti i 3 miliardi per la sanità pubblica.
Cgil: “Informativa lacunosa e generica”
Di gran lunga differente il parere della Cgil, secondo cui l’incontro è andato male, soprattutto perché è stata presentata “un’informativa lacunosa e generica“: la prospettiva, secondo il sindacato, è dunque quella di una “manovra all’insegna del ritorno all’austerità, totalmente inadeguata ad affrontare le emergenze sociali del paese“. Il segretario confederale Christian Ferrari si è soffermato soprattutto sul modo inadeguato in cui il governo sta affrontando la questione salariale, benché la situazione sia urgente, dal momento che un’inflazione da profitti “sta tagliando il 17% del potere d’acquisto dei salari italiani“.