Il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, da Pechino, dove si trova per una missione diplomatica, ha definito “assolutamente impossibile da attuare” il piano di Israele di evacuazione di oltre un milione di persone dal nord di Gaza. Borrell ha posto l’accento sulla criticità della situazione di Gaza, dove “immaginare di poter spostare un milione di persone in 24 ore” può solo comportare una “crisi umanitaria“. Dello stesso avviso è il segretario generale dell’Onu, António Guterres, il quale ha lanciato un appello a Israele affinché eviti una “catastrofe umanitaria“: un rischio di cui tenere conto è quello di “trasformare questa che è già una tragedia in una situazione disastrosa“. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in particolare, ha avvertito che non sarà possibile evacuare i pazienti dagli ospedali del nord di Gaza “senza mettere a rischio le loro vite“.

Israele, Borrell: “Il piano di evacuazione del nord di Gaza è impossibile”

Dodici organizzazioni umanitarie che operano a Gaza, allarmate dalle conseguenze che la richiesta (o meno, l’imposizione) di Israele comporterà, hanno sottoscritto un appello urgente in cui chiedono al Paese di revocare immediatamente l’ordine:

Il trasferimento dell’intera popolazione, in tempi così brevi, mette a rischio la vita di coloro che sono costretti a fuggire. Il governo di Israele non ha fornito alcuna garanzia per la loro sicurezza durante il transito o per la sicurezza dei civili rimasti nella Striscia di Gaza, mentre i combattimenti continuano. Le agenzie umanitarie che operano a Gaza riferiscono che è in corso una crisi umanitaria di incredibile entità. Non ci sono strutture adeguate a ospitare in sicurezza i residenti del nord di Gaza e la loro incolumità rimane a rischio, dato che gli attacchi aerei israeliani continuano a colpire il centro e il sud di Gaza.

Quello intimato da Israele, affermano le dodici organizzazioni, “rischia di equivalere a un trasferimento forzato, che è una grave violazione del diritto umanitario internazionale e codificato come crimine di guerra“. Stando a quanto stabilito dal diritto internazionale, Israele deve garantire la protezione di tutte le persone presenti sul posto e ad assicurare loro un supporto adeguato. 

Questa mattina il portavoce dell’esercito israeliano, tenente Jonathan Conricus, ha affermato che Hamas “tenta di  impedire ai palestinesi di evacuare la zona, mandando loro messaggi o bloccandoli“. Tuttavia, l’Onu fa sapere che già 423mila palestinesi hanno lasciato il nord di Gaza.

A Gaza circa 1.900 i morti per attacchi di Israele

I dati aggiornati a questa mattina restituiscono un quadro drammatico: è salito a 1.949 persone uccise e 7.696 ferite il tragico bilancio della Striscia di Gaza. Il ministero della Sanità di Hamas ha reso noto che solo nella giornata di ieri sono stati 256 i morti (tra i quali 20 minori) e1.788 i feriti. Nel West Bank occupato si sono registrati 51 decessi e 700 persone sono rimaste ferite. In Israele i morti sono almeno 1.300 e i feriti 2.800. L’esercito israeliano “ha confermato che oltre 120 civili sono tenuti prigionieri a Gaza” da Hamas.

Le forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver ucciso in un attacco aereo effettuato la notte scorsa sulla Striscia di Gaza Murad Abu Murad, un esponente del gruppo terroristico Hamas considerato “largamente responsabile di aver diretto i terroristi durante il massacro” di sabato 7 ottobre.