I nati il o dopo il 1° gennaio 1962, quando potranno andare in pensione? Finita la battaglia per il lavoro, si inizia quella per la pensione. L’impressione è quella di uno scontro non proprio equo o non in campo aperto. Molti i lavoratori che vantano una carriera lavorativa spesso frazionata, non continuativa, con stipendi ridotti, pagheranno un prezzo salato ai fini previdenziali.
Per i nati nel 1962, le scelte pensionistiche sono legate al filo dei requisiti e condizioni. Questo perché non sempre ci si rende conto che non basta pensare solo al lavoro, ma è necessario guardare lontano verso l’orizzonte della pensione. La posta in gioco, in campo pensionistico, come raccontato più volte da Tag24.it, è ambita e ha un peso e una valenza determinante, soprattutto considerato che l’introduzione di nuove riforme può cambiare la squadra in campo. E allora, il rischio di vedersi sfumare la finestra d’uscita è tanto alto quanto certo. Analizziamo nel dettaglio le possibilità pensionistiche per i nati nel 1962.
Pensione per i nati nel 1962
I lavoratori nati nel 1962, che nel 2023 compiono 61 anni di età, potranno ritirarsi dal lavoro. Al criterio anagrafico dovrà aggiungersi quello contributivo e altre condizioni, in base alla misura previdenziale di cui si chiede l’accesso. Analizziamo insieme le misure che permettono di collocarsi in quiescenza a 61 anni di età.
Chi può andare in pensione a 61 anni?
Sono diverse le categorie di lavoratori nati nel 1962 che possono andare in pensione a 61 anni di età. Sicuramente, i lavoratori non vedenti con patologie e un’invalidità accertata possono anticipare l’uscita avvalendosi di canali di pensionamento privilegiati. Non solo.
Esistono anche diverse opzioni di pensionamento per i lavoratori usuranti, precoci, inclusa la pensione anticipata flessibile. In sintesi, il quadro delle misure per i nati nel 1962.
Pensione vecchiaia lavoratori non vedenti nati nel 1962
Per i lavoratori non vedenti, possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata a 56 anni di età per le donne e a 61 anni di età per gli uomini, in base alle regole previste nell’articolo 9 della legge 218/1952, successivamente convalidate dall’articolo 1, comma 6 del decreto legislativo n. 503/1992.
Quali patologie danno diritto alla pensione anticipata?
La pensione anticipata per patologia viene rilasciata in presenza del requisito sanitario rilasciato dalla Commissione medica ASL – INPS che certifica la ridotta capacità lavorativa a causa di malattie gravi, di natura anche psicologica, psichiatrica o intellettiva. In questo contesto, non rientrano le malattie temporanee.
Chi può andare in pensione di vecchiaia anticipata per motivi di salute?
I lavoratori appartenenti al comparto privato, a cui è stata riconosciuta un’invalidità all’80%, o i lavoratori non vedenti con requisito contributivo ridotto, possono richiedere la pensione di vecchiaia a 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini.
I lavoratori impiegati in lavori usuranti e gravosi possono richiedere la pensione a 66 anni e 7 mesi di età con almeno 30 anni di contributi, senza l’adeguamento alla speranza di vita.
La pensione di vecchiaia ordinaria viene riconosciuta se raggiunti i 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Quali sono i requisiti per accedere alla pensione anticipata?
La pensione anticipata ordinaria permette il ritiro dal lavoro a 42 o 41 anni e 10 mesi di contributi, fino al 31 dicembre 2026, con una finestra mobile di 3 mesi. La misura non contiene il requisito anagrafico, pertanto può essere utilizzata anche dai nati nel 1962.
I lavoratori che raggiungono i 62 anni di età con 41 anni di contributi possono richiedere l’uscita dal lavoro con la misura Quota 103, se maturati i requisiti entro il 31 dicembre 2023. Il governo italiano dovrebbe rinnovare la misura nella legge di Bilancio 2024.
Quanti contributi servono per andare in pensione a 61 anni?
I lavoratori usuranti, impiegati in attività lavorative nella “linea di catena” o i conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo, possono ritirarsi dal lavoro per andare in pensione a 61 anni e 7 mesi e un’anzianità contributiva di almeno 35 anni di versamenti.
I lavoratori dipendenti possono anticipare l’uscita dal lavoro a 61 anni e 7 mesi avvalendosi della quota 97,6. Diversamente, gli autonomi possono andare in pensione con la quota 98,6 al raggiungimento di 62 anni e 7 mesi.
Quota precoci: pensione per i nati nel 1962
I lavoratori precoci, che possono far valere dodici mesi di contribuzione prima dei 19 anni di età, possono ritirarsi dal lavoro per andare in pensione con 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi. In questo caso, non esiste il limite anagrafico, pertanto la misura risulta accessibile ai nati del 1962.
Tuttavia, esistono diverse condizioni da considerare, tra cui la registrazione presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle forme sostitutive o esclusive della medesima, in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
Inoltre, ai fini del diritto al trattamento economico, è necessario rientrare in una delle figure di maggior tutela, come disoccupati, invalidità superiore o uguale al 74%, caregiver, lavoratori impiegati in attività lavorative faticose, pesanti e gravose.