La segretaria del Partito Democratico chiede una linea condivisa sulla guerra in Medio Oriente. Già in passato alcune prese di posizioni su questioni estere hanno rischiato di minare la stabilità interna al partito. La posizione su Israele e Palestina costituisce anche una preziosa occasione per una “pace” nel partito in vista di importanti appuntamenti politici.
Schlein chiede chiarezza al Pd sulla guerra in Medio Oriente
Prendere una posizione in maniera collettiva, senza temporeggiare. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico da qualche mese, chiede una linea condivisa e chiara sulla questione israelo-palestinese. Secondo Schlein, Israele ha diritto ad esistere e difendersi senza nuocere però alla popolazione civile di Gaza che negli ultimi giorni sta vivendo il conflitto nelle strade della propria città. La segretaria ha ricordato che l’attacco di Hamas è da condannare ma non si possono mietere vittime innocenti, l’obiettivo resta ovviamente la de-escalation:
“Ora è il tempo della politica e di fare ogni tentativo per evitare un’escalation del conflitto e nuove vittime innocenti. Bisogna lavorare perché il diritto di Israele a difendersi dall’aggressione e di contrastare e fermare il terrorismo di Hamas si realizzi nel rispetto del diritto internazionale e proteggendo la vita dei civili palestinesi, le cui vite non valgono di meno”
Discorsi che arrivano in un momento di tensione tra le due parti: dopo l’attacco del 7 ottobre Israele sembra pronto a sferrare un’offensiva imponente su Gaza, come ha ricordato il premier Netanyahu. Per Schlein l’assedio della Striscia è un errore così come è un errore da evitare identificare Hamas con il popolo palestinese:
“Hamas non è il popolo palestinese, bisogna isolare Hamas dal popolo palestinese e dal resto del mondo arabo”, sottolinea ancora Schlein.
L’importanza della diplomazia e gli errori da non fare
Schlein ha citato anche l’appello da parte delle Nazioni Unite a rispettare il diritto internazionale soprattutto in questa fase di guerra nella quale i civili rischiano di restare coinvolti. Si tratta di un appello che era già stato lanciato in Aula alla Camera durante le votazioni delle mozioni ad Israele. Servirà dunque uno sforzo anche da parte della comunità internazionale per arrivare ad una de-escalation:
“L’appello delle Nazioni Unite per revocare l’ordine di evacuazione che ha definito ‘impossibile senza conseguenze umanitarie devastanti’ deve essere sostenuto accanto alla richiesta di corridoi umanitari per consentire l’accesso degli aiuti umanitari indispensabili e l’uscita di tutti i civili che lo vogliano, a cominciare dai bambini e dalle persone più fragili. Chiamiamo tutta la comunità internazionale a ogni sforzo per far valere le ragioni della convivenza pacifica tra due popoli e due Stati. Non possiamo assistere ad una catastrofe umanitaria a Gaza che, lungi dal portare sicurezza e pace ad Israele, avrebbe come conseguenza di accrescere una spirale di odio e violenza, che potrebbe estendersi all’intera regione”
E il Pd…
Il Partito Democratico avrebbe tenuto una riunione nella quale è stata concordata una posizione comune. Una posizione comune necessaria e che porta ad una “pace” all’interno del Partito in vista dell’importante 2024 che attende i dem. Le regionali in Piemonte, Sardegna, Abruzzo, Umbria e Basilicata costituiscono un banco di prova fondamentale per il Pd in vista anche delle Europee.