Incentivi imprese agricole, il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha riaperto la procedura di presentazione delle domande 2023 dei contributi in conto impianti per le aziende che sviluppino la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli. Il provvedimento direttoriale, datato 11 ottobre 2023, stabilisce nuovi termini e requisiti per la presentazione della pratica delle imprese allo sportello dei Contratti di sviluppo. I precedenti termini di domanda erano stati chiusi alla fine dello scorso anno. La chiusura era avvenuta in conseguenza della previsione della normativa europea relativa agli aiuti di stato per il settore dell’Agricoltura.
La gestione delle domande degli incentivi a favore delle imprese agricole è affidata a Invitalia. L’agenzia aprirà la procedura a sportello sulla propria piattaforma a partire dalle ore 12 di venerdì prossimo, 20 ottobre.
Incentivi imprese agricole, il Mimit riapre le domande al 20 ottobre 2023 dei contributi in conto impianti
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha riaperto i termini per inviare le domande degli incentivi riguardanti il settore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli in applicazione delle disposizione in regime di aiuti SA. 107569/RFF 2023. I precedenti termini di presentazione delle istanze sono scaduti il 31 dicembre 2023, con possibilità, per le imprese che abbiano già inviato la domanda non ottenendo la fruizione dei contributi in conto impianti, di poter riprendere la pratica e inviarla nuovamente. A gestire le domande sarà Invitalia che potrà verificare la sussistenza dei requisiti richiesti anche per le imprese che dovessero riproporre la medesima istanza.
Rispetto alle istanze già presentate entro fine 2022, Invitalia può richiedere le dovute integrazioni e modifiche per aggiornare la pratica ai requisiti richiesti in questa tornata di incentivi. Le agevolazioni rientrano nella disciplina dei Contratti di sviluppo, previsti dal decreto del 9 dicembre 2014.
Incentivi imprese agricole 2023, come inviare la domanda?
La riapertura dei termini per inviare la domanda di incentivo riguardante il settore della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli. La piattaforma di Invitalia sarà aperta alle ore 12 di venerdì prossimo, 20 ottobre 2023. Il decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) informa che le istanze dovranno essere inoltrate, a pena di non accettazione, solo per via telematica, usando la piattaforma on line messa a disposizione da Invitalia.
Per presentare la domanda, le imprese interessate devono navigare all’interno della sezione apposita, quella relativa ai Contratti di sviluppo. Per accedere alla sezione è necessario collegarsi al portale di Invitalia, cliccare in alto nella sezione “Cosa facciamo” ed entrare in “Contratti di sviluppo” che si trova in basso all’area “Sosteniamo grandi investimenti”.
All’interno della sezione sono presenti i documenti che Invitalia richiede per l’invio della domanda. La stessa agenzia consiglia di procedere con la compilazione della domanda in anticipo rispetto alla data di presentazione delle domande che decorrerà dal 20 ottobre prossimo.
Contratti di sviluppo, spese ammissibili alle agevolazioni e bonus
I Contratti di sviluppo consentono di ottenere incentivi e agevolazioni nella formula di contributi in conto impianti e contributi diretti alla spesa. La copertura del bonus varia tra il 30% e il 60% delle spese ritenute ammissibili. La differenza di percentuale concessa dipende dalla dimensione dell’azienda richiedente e dalla localizzazione.
L’azienda che ottiene i contributi devono partecipare alla spesa con una percentuale minima di costi sostenuti pari al 25 per cento. Tale spesa può derivare sia da risorse proprie, sia da altre formule di finanziamento esterno. Di conseguenza, risultano ammissibili i costi sostenuti per il suolo dell’azienda, per le opere murarie, per le infrastrutture specifiche dell’impresa, per gli impianti, i macchinari e le attrezzature (purché nuovi di fabbrica), per i programmi informatici, software e licenzi, brevetti, marchi commerciali e diritti d’autore acquistati, per le consulenza riguardanti il progetto stesso che, comunque, non possono eccedere il 4 per cento della spesa massima ammissibile.