Una nuova bufera si sta abbattendo sul mondo del calcio e sta facendo tremare l’intero sistema. La sensazione è che i primi quattro nomi fatti da Fabrizio Corona non siano altro che la punta dell’iceberg. Sotto però ci sarebbe ancora tanto da scoprire. Fagioli, Tonali e Zaniolo sono già stati ascoltati dagli inquirenti e le indagini hanno ormai preso il via. Abbiamo cercato di capire cosa potrà succedere e quali saranno i possibili risvolti per calciatori e società. Sul nuovo caso scommesse, l’avvocato Cesare Di Cintio, che insieme all’Avv. Federica Ferrari, ha fondato lo studio DCF Sport Legal, specializzato in diritto e management sportivo, è intervenuto ai microfoni di Tag24.
Caso scommesse, Avv. Di Cintio a Tag24
La Procura di Torino ha iniziato le sue indagini e già un paio di giorni fa ha ascoltato Fagioli, centrocampista della Juventus, che secondo quanto riportato dai suoi legali ha scelto di autodenunciarsi. Ma il calciatore bianconero non è l’unico nome importante accusato di aver scommesso sul calcio, tramite l’utilizzo di siti illegali. Si tratta dell’ennesimo scandalo che fa tremare il mondo del pallone, e questa indagine potrebbe essere solo all’inizio. Per fare luce su quanto già noto, su quello che potrebbe accadere e per capire meglio quali sono i rischi per il nuovo caso scommesse, l’Avvocato Di Cintio, esperto di diritto sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Lo scandalo scommesse sconvolge il mondo del calcio. Che cosa dobbiamo aspettarci e cosa rischiano i calciatori?
“La norma di cui all’art 24 codice di giustizia sportiva FIGC vieta le scommesse a tesserati di ogni genere, quindi atleti e dirigenti, sia professionisti che dilettanti su partite organizzate da FIGC Uefa e Fifa. La norma è molto chiara e non lascia spazio ad interpretazioni. Scommettere è vietato, anche su piattaforme legali, per un tesserato FIGC. La sanzione prevista dalla norma è quella dell’inibizione o squalifica, a seconda che si tratti di dirigente o atleta, non inferiore a tre anni. Poi c’è la sanzione pecuniaria, che non può invece essere inferiore a 25.000 euro. La sanzione inoltre può esser oggetto di patteggiamento, con riduzione fino a metà della pena, se avviene prima della chiusura delle indagini oppure di un terzo se dopo la chiusura delle indagini”.
Per i club ci sono rischi o solo quello della responsabilità oggettiva?
“In questo caso non vedo una ipotesi di responsabilità oggettiva per il club poiché immagino che si tratti di attività svolte lontane dal luogo di lavoro dove la parte datoriale non ha alcuna possibilità di intervento. Comunque i club oggi sono tutti dotati di modelli di organizzazione e gestione ex DLGS 231/01 e dall’art7 comma 5 dallo Statuto FIGC e quindi in grado di prevenire la commissione di reati sui luoghi di lavoro e quindi di limitare o escludere eventuali casi di responsabilità oggettiva”.
Cosa succede a chi sapeva e non ha denunciato?
“L’art 24 del codice di giustizia sportiva FIGC al comma V prevede che, i soggetti di cui all’art. 2, che siano venuti a conoscenza in qualunque modo, che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi 1 e 2, hanno l’obbligo di informarne, senza indugio, la Procura Federale. Il mancato adempimento di tale obbligo comporta, per i soggetti di cui all’art. 2, la sanzione della inibizione o addirittura della squalifica, non inferiore a sei mesi, e dell’ammenda non inferiore ad euro 15.000 euro”.
La sensazione è che siamo solo all’inizio. Quali saranno i tempi della magistratura per arrivare alle eventuali sentenze?
“Per quanto riguarda la giustizia sportiva le indagini possono durare al massimo 60 giorni ed esser prorogate di altri 40 ed ulteriori 20 per particolari esigenze investigative. Alla chiusura delle indagini viene notificata l’atto di conclusione delle medesime con facoltà di accedere al fascicolo della Procura Federale. La parte ha un termine di 15 gg per eventuali memorie. Entro 30 gg dalla conclusione delle indagini deve essere notificato l’atto di deferimento”
In caso di condanna, i club potrebbero richiedere risarcimenti ai calciatori?
“Premesso che il danno deve essere sempre dimostrato, è chiaro che i club che si sentano danneggiati dalla condotta di un tesserato hanno sempre il diritto, come ogni altro libero cittadino d’altronde, di far valere davanti ad un giudice le proprie ragioni”.