Pensioni, tra le novità del 2024 anche il nuovo silenzio-assenso Tfr e premialità dei contributi previdenziali. Sono queste le materie sulle quali si attende un intervento del governo nella legge di Bilancio 2024, oltre alle misure di pensione anticipate che sono da confermare, tra le quali opzione donna, Ape sociale e quota 103.
Sul fronte del trattamento di fine rapporto (Tfr), il governo dovrebbe modificare le regole del silenzio e assenso, in modo da favorire le pensioni integrative. Queste ultime dovrebbero essere oggetto di ulteriori agevolazioni anche dal punto di vista fiscale, con l’aumento del tetto di deducibilità delle quote versate.
Infine, dovrebbero arrivare novità anche per quanto concerne i versamenti contributivi effettuati dai giovani per i quali, oltre alle novità della deducibilità in caso di previdenza complementare, dovrebbe andare a regime un sistema di premialità dei contributi per raggiungere le soglie minime di pensionamento.
Pensioni, novità del 2024: a cosa serve il nuovo silenzio-assenso Tfr e contributi
Nuove agevolazioni e coperture previdenziali per le pensioni dei lavoratori del sistema contributivo – e, in particolare, per gli under 35 – sono in arrivo nella legge di Bilancio 2024 che il governo si accinge a varare durante l’autunno. Nell’ambito delle novità, quasi certamente il governo darà il via a una nuova fase del silenzio e assenso riguardo al trattamento di fine rapporto (Tfr). Le norme dovrebbero andare nella direzione di favorire le pensioni integrative, particolarmente consigliate soprattutto per i più giovani.
Infatti, le carriere lavorative di chi appartenga al sistema previdenziale contributivo puro (lavoratori post 31 dicembre 1995) e dei giovani fino a 35 anni, sono caratterizzate da buchi di versamenti previdenziali, periodi di disoccupazione e ritardi nell’entrata nel mondo del lavoro. Per tutte queste ragioni, l’Osservatorio della spesa previdenziale, istituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di Marina Elvira Calderone, consiglia interventi a favore dell’integrazione dei contributi con quelli versati alla previdenza privata.
Tra le novità che potrebbero emergere in questa legge di Bilancio, potrebbe esserci la possibilità di unione dei contributi versati all’Inps con quelli dei fondi pensione, in modo che i requisiti pensionistici possano essere più agevolmente raggiunti. A tal proposito, unendo le due contribuzioni, il governo punterebbe ad alleggerire l’attuale soglia della propria futura pensione di 2,8 volte la pensione sociale necessaria ai lavoratori del contributivo per uscire con la pensione anticipata a 64 anni di età unitamente a 20 anni di contributi. Un altro intervento potrebbe essere la riduzione della soglia stessa. Le stesse pensioni di vecchiaia contengono un’altra soglia della propria futura pensione, che deve essere di 1,5 volte la pensione sociale.
Pensioni novità 2024 contributi, perché scegliere la pensione complementare?
Sulla previdenza complementare dei giovani under 35 – ma la misura potrebbe riguardare tutti i contribuenti dei fondi pensione – potrebbe essere aumentata nella legge di Bilancio 2024 la soglia di deducibilità dei contributi versati annualmente, attualmente fissata a circa 5.200 euro. La proposta è stata proposta in più occasioni, nell’ottica di riforma della previdenza complementare: quest’anno potrebbe andare in porto.
Le altre misure di pensione che il governo dovrebbe inserire nella Manovra riguardano i canali di uscita anticipata. Fermo restando che la quota 103 dovrebbe avere una proroga di un anno, consentendo ai lavoratori di uscire a 62 anni con 41 anni di contributi anche nel 2024, gli altri interventi previdenziali del governo riguarderanno l’opzione donna e l’Ape sociale.
Pensione anticipata 2024, ultime su opzione donna, quota 103 e Ape sociale
Per l’uscita anticipata delle lavoratrici l’esecutivo starebbe pensando a un mix con l’Ape sociale, con uscita a 61 o 62 anni, unitamente a 30 anni di contributi, purché caregiver, disoccupate o invalide al 74 per cento. Agevolazioni sarebbero previste anche per le lavoratrici impiegate in mansioni gravose, con 36 anni di contributi (35 per le donne con un figlio, 34 con due o più figli) e indennità, fino alla pensione di vecchiaia, di 1.500 euro. Infine, novità potrebbero arrivare anche per l’Ape sociale ma dovrebbero riguardare solo le nuove categorie di lavoratori addetti ai lavori gravosi per i quali, al momento, non trapelano anticipazioni.