Ha fatto un giro immenso per poi tornare nuovamente dalle parti della Serie A. Ma parafrasare “Amici Mai” di Antonello Venditti serve poco, dato che chiunque avrebbe fatto a meno di risentire la parola scommesse a braccetto con il calcio italiano. Lo scandalo delle scommesse su piattaforme illegali con Fagioli, Tonali, Zaniolo e Zalewski protagonisti è realtà dopo le dichiarazioni di Fabrizio Corona. La paura adesso è che la situazione possa allargarsi a macchia di leopardo con il passare delle ore.
Fagioli ha fatto da apripista alla vicenda, mentre Zaniolo e Tonali sono stati ascoltati dalle forze in quel di Coverciano per poi lasciare il centro sportivo della Nazionale. Ultimo in ordine d’arrivo Zalewski, tutti e quattro legati da un unico filo comune degli investigatori. Vogliono capire se le scommesse abbiano riguardato anche le partite di calcio, il che aggraverebbe le posizioni dei quattro.
Non è la prima volta che la parola scommesse viene affiancata al mondo della Serie A. Precedenti ci sono stati, e anche allora hanno fatto rumore così come adesso, per un problema che ciclicamente fa capolino.
Scandalo scommesse, le inchieste del passato
Per poter sentire la parola scommesse nel calcio italiano bisogna tornare indietro al 1927, ovvero nel pieno del caso Allemandi. Fu la prima volta che si parlò di scommesse, con la vicenda che ha visto protagonista il derby tra Juventus e Torino. Un dirigente del Torino, Guido Nani, aveva infatti cercato di corrompere due giocatori juventini (Francesco Gaudioso e Luigi Allemandi) per portare il risultato a favore dei granata.
Il Derby della Mole terminò 2-1 per il Torino, con la squadra che alla fine della stagione si laureò campione d’Italia. La scommessa però venne a galla con la denuncia di Gaudioso, che portò alla revoca dello scudetto del Toro e molte squalifiche, tra cui quella di Allemandi (amnistiato poi il 22 aprile del 1928).
In seguito lo scandalo “Totonero” nel 1980 tra Serie A e B, dove furono coinvolti calciatori, dirigenti e squadre. Venne definito come uno dei più grandi scandali calcistici, partito da un commerciante di frutta, Massimo Cruciani, insieme all’amico Alvaro Trinca. Molte le partite truccate, tante le squadre protagoniste così come anche tanti i nomi di giocatori famosissimi finiti a giudizio e poi condannati. Una vicenda che portò alla retrocessione di Milan e Lazio (con radiazione dell’allora presidente rossonero Felice Colombo) e a diversi punti di penalizzazione. Una vicenda che portò alle dimissioni dell’allora presidente federale Artemio Franchi. Tra i tanti nomi anche quello di Paolo Rossi, che riuscì ad ottenere l’amnistia per poi diventare il re del Mondiale nell’ ’82.
Scandalo scommesse, il caso “Last Bet”
L’altra inchiesta che fece rumore fu quella del 2011, chiamata “Last Bet“. In quell’anno la Procura di Cremona portò a galla una cupola di scommettitori a livello internazionale con base a Singapore. Vennero corrotte più di 90 partite, con molti nomi importanti che uscirono fuori come quelli di Cristiano Doni, Giuseppe Signori, Stefano Bettarini, Stefano Mauri e Omar Milanetto.
La vicenda si concluse con numerosi patteggiamenti in ambito della giustizia sportiva, con condanne illustri come quella relativa ad Antonio Conte. Infine si arriva ai giorni nostri, con lo scandalo scommesse partito da Nicolò Fagioli, il cui nome è uscito in ambito di un’inchiesta portata avanti dalla Procura di Torino in merito a siti illegali di scommesse. Il giocatore si è autodenunciato, da lì la macchia si è allargata con Fabrizio Corona che ha citato in causa anche Tonali, Zaniolo e infine Zalewski. E forse non è finita qua.