Everybody Loves Diamonds recensione della nuova serie Prime Video. Il colosso dello streaming torna con un nuovo originale tutto italiano, ma dal respiro internazionale data l’ambientazione ad Anversa con tatto di occhio strizzato alla Casa di Carta. Noi di TAG24 abbiamo visto in anteprima gli episodi ed incontrato il cast della serie.

Everybody Loves Diamonds recensione della nuova serie Prime Video

Everybody Loves Diamonds si presenta da subito come uno dei prodotti seriali migliori italiani degli ultimi tempi, confermando la centralità di Prime Video nel mercato degli original nostrani in grado di avere una marcia in più rispetto ai competitor. Everybody Loves Diamonds è il racconto del colpo del secolo e a differenza della “cugina spagnola” La Casa di Carta è addirittura ispirato alla storia vera di Leonardo Notarbartolo, descritto come il Lupin italiano. Un gentiluomo che con la sua banda ha realizzato un colpo eccezionale nel 2003 realizzando il più grande furto di sempre di diamanti.

La serie ha degli spunti molto interessanti sia per la costruzione narrativa, con l’abbattimento della quarta parete e il protagonista che si rivolge direttamente allo spettatore. Un modo per creare empatia verso dei criminali che tutto sommato non hanno commesso alcunché, solamente aver voluto esaltare la propria destrezza. Un colpo di cui ancora oggi sono orgogliosissimi, infatti Notarbartolo ora è diventato anche produttore di t-shirt con il suo volto e diamanti disegnati come confessato in modo divertito da Gian Marco Tognazzi che ne sfoggiava una. Una serie di sei episodi che ti divori tutta d’un fiato, che più che essere divisa in episodi è un unico grande film. L’ennesima riprova che gli italiani con i grandi budget se messi nelle migliori condizioni e con delle storie interessanti riescono a realizzare prodotti più che piacevoli per il pubblico.

Il video con le parole di Kim Rossi Stuart e il cast

Kim Rossi Stuart è il grande protagonista della serie, racconta a TAG24 quanto è stato importante il lavoro di preparazione per entrare nel personaggio di Notarbartolo:

“Sono entrato nella produzione in corsa e un po’ trafelato perchè si è sovrapposto con un altro lavoro. La cifra stilistica che io ho inteso di questa serie è quella della commedia, quella è stata la chiave, abbandonarsi a una divisione di commedia, a volte un cincincin sopra le righe volutamente. Un “fare le facce” come si dice in gergo, volutamente fumettistica. Lo abbiamo incontrato un po’ prima delle riprese il vero Leonardo ma non volevo che fosse la chiave di accesso a questa storia, a questo personaggio. In una commedia volevo che vincessero altri aspetti. Però l’incontro con Leonardo è stato fortissimo e scatenante di una serie di cose ma non c’è stato il tempo di fargli il “calco” nella mimica, la voce. Abbiamo cercato di lavorare un po’ sul torinese perché nel nostro paese ogni regione ha la sua anima. Lui si presenta come una persona molto mite, con una forte passione per la sua professione (perché lui la considera così), ha una sua deontologia. Non voglio fare apologie strane ma il suo rifiuto verso le armi è un qualcosa che apprezzo, così come il suo colpire chi più ha da un punto di vista economico”.

Il regista Gianmaria Tavarelli ha avuto l’arduo compito di gestire la macchina produttiva più grande della sua carriera e lo ha fatto bene anche grazie ad un cast scelto con cura:

“Tavarelli, il regista: Ho cercato di uscire dalla mia comfort zone, abbandonarmi all’heist alla commedia, ma senza che nessuna delle componente che la sceneggiatura affrontava fosse trattata in modo inferiore rispetto agli altri. Con gli attori ho un sodalizio fraterno. Non parlo bene le lingue ma il nostro è un mestiere che poi funziona”

Importante anche il lavoro del cast femminile, in primis Carlotta Antonelli:

“Mi ha divertito imparare ad aprire una serratura. Mi è piaciuto pensare quanto anche noi attori in fondo siamo ladri perché rubiamo dagli altri. Credo che continuerò ad aprire serrature. Decide di partecipare non solo per la sua passione ma anche per il padre, qualcosa che va oltre il furto”

Anna Foglietta interpreta invece la moglie del ladro:

“La mia Anna ha tante anime, è una donna tradita dall’uomo che amava. Vi consiglio di spararvi la serie in una sera perchè ha tante sfaccettature, ti fa vivere tante cose. Girare ad Anversa è stato bellissimo, mi ha rubato il cuore è una città vivace, viva, siamo arrivati c’era un contest sulla musica elettronica, ogni sabato c’era qualcosa. Altro che Roma…una sera Kim ci ha regalato una spettacolare Amatriciana. Il vero Leonardo ha iniziato a scrivermi su Instagram, non sapevo se rispondergli o meno. Poi è venuto sul set, l’ho conosciuto e condivido quello che ha detto Kim sul suo lato rispetto del proprio lavoro. Un giorno sul set ho detto “truffare” e lui mi ha ripreso perché non truffa ma ruba è diverso.”

Gian Marco Tognazzi regala un personaggio che per alcuni versi ricorda quelli portati sullo schermo da papà Ugo:

“Ghigo è un provinciale con l’ambizione di essere un altro. Si veste in modo sfarzoso, l’ho immaginato come un uomo che sogna Milano, sogna un’altra vita, ama le donne, per quello ha 3 mogli e 5 figli, potrebbe essere un tronista di Uomini e donne senior, ma è anche un allarmista, che si preoccupa di tutto. Però si fida di Leonardo. Ma è una persona qui manca equilibrio. Un lavoro che ho amato, mi è piaciuto lavorare con tutti a partire da Kim Rossi Stuart con cui siamo cresciuti insieme e lo stimo. C’era una produzione potente che ci ha permesso di fare cose che normalmente non siamo in grado di fare, e questo ti fa lavorare in modo più leggero, anche se è stato duro.”