Sono due le ipotesi che si stanno facendo per la nuova opzione donna nella riforma delle pensioni del 2024, con misure da adottare nella legge di Bilancio. Il provvedimento dovrà essere presentato nella giornata di lunedì prossimo, 16 ottobre, nel Consiglio dei ministri, prima di essere inviato a Bruxelles per il via libera. La discussione parlamentare non dovrebbe partire prima dell’inizio di novmebre prossimo.
Per le pensioni delle lavoratrici, il governo starebbe pensando a un mix di requisiti con l’Ape sociale, ma secondo due ordini di possibilità. La prima consisterebbe nel confermare gli attuali requisiti comuni con l’Anticipo pensionistico sociale, ma diminuendo il numero di anni di contributi richiesti e aumentando l’età di uscita; la seconda, invece, dovrebbe considerare l’introduzione di nuove modalità di uscita per le lavoratrici impiegate in mansioni gravose.
Riforma pensioni 2024, quali novità per la nuova opzione donna?
Vanno delineandosi le nuove modalità di uscita con opzione donna nel 2024 con le misure di riforma delle pensioni da inserire nella prossima legge di Bilancio. In attesa di ulteriori chiarimenti, la nuova misura di pensione anticipata delle lavoratrici dovrebbe scaturire da due canali di uscita. Il primo canale, consentirebbe di mandare in pensione prima le lavoratrici mediante l’introduzione di un’indennità uguale a quella corrisposta nel caso di Ape sociale.
Nel 2023 le lavoratrici escono dal lavoro all’età di 60 anni e se hanno maturato 35 anni di contributi. Unitamente a questi requisti, si prevede che le donne possano agganciare la misura di prepensionamento nel caso in cui rientrino in una delle categorie dell’Ape sociale, ovvero siano disoccupate, invalide ad almeno il 74 per cento oppure caregiver, ovvero si occupino di prestare assistenza a un familiare in stato di necessità.
Questi requisiti hanno ristretto la platea delle lavoratrici uscite nel 2023 con opzione donna ad appena qualche migliaia. Nel 2024 si cercherà di ampliare questa platea alle donne di almeno 61 anni di età (forse 62, dipenerà dalle simulazioni), con 30 anni di contributi versati (e non più 35 anni). Gli sconti peri figli avuti andrebbero applicati sui contributi. In particolare, basterebbero 29 anni di contributi per un figlio o 28 anni per due o più figli.
Pensioni ipotesi opzione donna, quali lavoratrici potranno uscire in anticipo nel 2024?
Rispetto all’Ape sociale, che pure il governo dovrebbe confermare per il 2024 tra le misure di pensione anticipata, la nuova opzione donna dovrebbe mantenere il valore dell’indennità mensile corrisposta alle neo-pensionate, pari a 1.500 euro al lordo. Tale indennità rimarrebbe invariata fino alla maturazione dei requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia e verrebbe versata per dodici mensilità all’anno. In questo modo, le lavoratrici aggirerebbero anche il vincolo del ricalcolo contributivo.
Qual è l’importo della pensione con la nuova misura e conferma quota 103
L’alternativa (in aggiunta) a questo meccanismo di pensionamento anticipato sarebbe la novità del governo per le lavoratrici impiegate in mansioni gravose. Non rientrando nelle prime tre categorie di disagio economico e sociale (caregiver, licenziate o invalide), alle lavoratrici si richiederebbero 36 anni di contributi come quelli richiesti al giorno d’oggi ai lavoratori per l’uscita tra i gravosi dell’Ape sociale. Tuttavia, per le lavoratrici si prevederebbero degli sconti in ragione del numero di figli. Infatti, si arriverebbe a 35 anni di contributi con un figlio e a 34 anni con due figli.
Tra le altre misure di pensionamento anticipato del 2024 il governo dovrebbe confermare la quota 103 che constente a chi abbia maturato l’età di 62 anni di uscire prima con 41 anni di contributi. L’altro canale che dovrebbe ottenere la conferma per il prossimo anno è l’Ape sociale che dovrebbe essere potenziato prevedendo qualche mansione in più tra quelle gravose.