Lo scandalo delle scommesse illegali dei calciatori si allarga. Sebbene Fagioli, Tonali e Zaniolo siano i nomi più noti, la Procura di Torino sta indagando su circa dieci giocatori. Stefano Bandecchi, in qualità di presidente della Ternana Calcio Femminile e di dirigente con grande esperienza nel mondo del pallone, ha espresso la sua visone opinione riguardo i fatti che stanno emergendo.

Bandecchi: “Il mondo del calcio è da rivedere, oggi manca la morale”

Per tutti gli addetti ai lavori l’articolo 24 del regolamento della FIGC sancisce che è vietato piazzare scommesse su partite FIGC, UEFA e FIFA, pena sanzioni o squalifica “non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000,00.”

Bandecchi ha affermato: “La situazione non mi sorprende. Il mondo del calcio per me è un mondo da rivedere totalmente. Sono sei anni, se non sette, da quando sono entrato nell’ambito calcistico, che ripeto che per me il calcio è un mondo malato, dalle origini proprio. Si raccontano tante barzellette che poi non sono vere. Tutte le società calcistiche sono società per azioni in realtà, sono delle srl: è una situazione allucinante”.

“Gli unici che guadagnano sono i calciatori, che purtroppo non sono dei geni -ha aggiunto Bandecchi-. Ogni mille calciatori, ne ho conosciuto uno evidentemente in gamba. Ho avuto il piacere di avere una squadra di calciatori giusti. Ma è difficile nel calcio giocare con dei calciatori giusti. Quello che manca nel calcio è la morale, l’etica: la stessa che manca in tanti altri ambiti in Italia. Ci sono molti ragazzi onesti che giocano a calcio ma questo mondo oggi è in mano ai procuratori, non alle squadre di calcio; le squadre subiscono troppo spesso tutto ciò che accade intorno a quell’ambiente.”

Le partite truccate e il coinvolgimento delle società

Sullo scandalo delle partite truccate e delle scommesse illegali da parte dei giocatori, l’imprenditore Stefano Bandecchi suggerisce di aspettare le indagini della magistratura. Ha dichiarato infatti:

“A proposito di questo scandalo – se sarà confermato – le squadre di calcio avranno dei problemi enormi perché si rimetterà tutto in discussione. Non si scommette nel calcio se poi non si truccano le partite. Se questa dinamica fosse vera – perché voglio sottolinearlo, siamo agli inizi di un’indagine – è chiaro che scommette sa o pensa di sapere come andranno a finire le gare. E’ assolutamente vietato per i presidenti e i giocatori scommettere, lo è per tutti quelli che si occupano del calcio. Questo nel fruitore della partita andrebbe a creare un dubbio: sto guardando una competizione o qualcosa su cui si sono messi d’accordo prima? Abbiamo assistito a delle schifezze allucinanti nel mondo del calcio. Ricordo quanto successo in una partita che ha fatto ripescare il Livorno in serie D. Quella fu una partita per cui vergognarsi.”

Sull’eventuale coinvolgimento delle società, dei presidenti e dei dirigenti, Bandecchi ha dichiarato:

“Non credo che i Presidenti delle società di calcio si sistemino le partite perché non ne hanno proprio le possibilità. Non credo che nemmeno gli allenatori possano combinarle. I calciatori però vanno molto più controllati, possono fare tante cose perché hanno in mano le partite. Io sono sempre entrato in campo per vincere e se, con il team, avevamo avuto l’impressione in alcuni momenti che ci fosse qualcosa che non andava abbiamo sempre provveduto a sostituire il giocatore stanco magari. Poi se ci hanno fregato lo hanno fatto per bene, io mi sono sempre fidato dei miei uomini. I ragazzi che hanno giocato per me e con me non sono coinvolti in queste cose. Le partite che abbiamo giocato noi per me non sono state mai truccate, nemmeno da parte degli avversari”.

Bandecchi, a proposito di possibili sanzioni per i club di appartenenza dei calciatori coinvolti, ha affermato:

Secondo me le società erano all’oscuro di queste dinamiche. Dovremmo smettere di punire le società per queste cose perché così alla fine puniamo i tifosi. Le tifoserie che amano le squadre, sono le uniche che nel mondo del calcio tengono veramente alle maglie. Sono le uniche rimaste ad avere veramente un orgoglio per la maglia che difendono. Non è più un sentimento proprio dei presidenti, dei direttori sportivi, degli allenatori o dei calciatori. E’ un mondo di mercenari, quindi perché deve essere punita la maglia o la squadra? Dobbiamo decidere, se vogliamo punire qualcuno, buttiamo fuori tutti i dirigenti. Obbligate il Presidente a vendere la squadra, impeditegli di occuparsi di calcio. Non possiamo continuare a prendercela con la tifoseria che è l’unico elemento pulito del calcio. Poi a proposito dei tifosi, potremmo parlare di alcuni atteggiamenti, che non condivido, certo, e che sono stati motivo di lite per me con loro.”

Bandecchi sta con i tifosi: “La maglia appartiene alla tifoseria”

Bandecchi ha ricordato poi l’importanza del senso di appartenenza alla squadra che accomuna i tifosi del calcio, ribadendo che la maglia e le tifoserie non debbano diventare le vittime del sistema di sanzionamento degli illeciti.

“Se io vendo una partita e sono il Presidente della Ternana, Bandecchi si sbatte fuori, si allontana dal calcio e dalla squadra -ha affermato-. Ugualmente per i calciatori che si vendono le partite. Mandate tutti in galera, ma non la maglia. La maglia appartiene alla tifoseria, alla città. Ha bisogno di maggiore rispetto“.

Stefano Bandecchi ha espresso in conclusione tutta la sua vicinanza a Gravina e ai dirigenti della Federcalcio italiana:

“Esprimo piena solidarietà da parte mia in questo momento per il Presidente della FIGC, anche se ho avuto con Gravina delle discussioni pesanti, di certo oggi non è lui il responsabile di quello che sta succedendo nel mondo del calcio. Non sono responsabili nemmeno i dirigenti della FIGC. Il mondo del calcio è attaccato da persone che hanno lo hanno tradito. Le maglie non devono essere punti per questo. I tifosi devono essere rispettati. Io sto con Gravina e sto con la tifoseria. A tutti gli altri dico che non si può essere sempre furbi. I calciatori purtroppo non mi sono mai stati simpatici. Su Zaniolo, Tonali e Fagioli c’è un’indagine in corso. Ognuno si assumerà le sue responsabilità. Se si arriva in serie A vuol dire che si tratta di calciatori con un cervello, altrimenti si fanno altre cose.”