Al termine di una requisitoria durata oltre tre ore, il pm Claudia Finocchiaro ha chiesto oggi per Vincenzo Paglialonga la pena dell’ergastolo. L’uomo, 41 anni, è finito a processo per aver ucciso la vicina di casa 74enne Lauretta Toffoli nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2022 al culmine di una rapina: era appena uscito dal carcere di Pordenone per essere sottoposto agli arresti domiciliari e, come avrebbe riferito in seguito, aveva bisogno di soldi.

Chiesto l’ergastolo per Vincenzo Paglialonga, accusato dell’omicidio di Lauretta Toffoli a Udine

La Corte d’Assise di Udine, davanti alla quale si sta svolgendo il processo a carico del 41enne, dovrà ora decidere se riconoscergli – come richiesto dall’accusa – le circostanze aggravanti della crudeltà e del nesso teleologico (l’aver commesso un crimine per eseguirne un altro), condannandondolo all’ergastolo per omicidio volontario. Nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2022 l’uomo, oggi 41enne, uccise a coltellate la vicina di casa Lauretta Toffoli al culmine di una rapina.

Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, si era recato a casa della pensionata almeno due volte, prima del delitto, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari. Quando gli inquirenti perlustrarono l’abitazione della donna, dopo il ritrovamento del corpo da parte del figlio, trovarono sulla scena del crimine tracce del suo Dna e, a casa dell’uomo, gli oggetti sottratti a Toffoli, tra cui un televisore.

Ma c’era anche il coltello usato per ucciderla. Secondo l’autopsia, Paglialonga l’avrebbe usato per colpire la 74enne 33 volte, in punti diversi. Poi, dopo aver spostato il cadavere nella stanza da letto della sua abitazione – e aver provato a ripulire tutto -, avrebbe cercato di farlo a pezzi: per questo il corpo presentava ferite all’addome, al collo, al viso, al petto, alle cosce e nella parte posteriore di un ginocchio.

Il punto di vista della difesa e le richieste delle parti civili

Oggi Paglialonga non era presente in aula. Secondo gli avvocati che lo difendono, Piergiorgio Bertoli e Carlotta Rojatti, al momento dei fatti non era in grado di intendere e di volere (nel corso di un processo parallelo, riguardante l’evasione dai domiciliari, era stato giudicato “seminfermo” di mente).

L’accusa ritiene invece di sì. Come lo ritengono anche i familiari della vittima, in particolare il figlio e le sorelle, costituitisi parte civile al processo a carico del 41enne. I legali che li difendono hanno chiesto, a mo’ di risarcimento, il versamento di 350mila e 240mila euro. Anche su questo dovrà esprimersi la Corte.

Le ultime notizie di cronaca

Mentre il processo di primo grado a carico del 41enne si avvia alla sua conclusione, ha preso il via oggi ad Imperia quello nei confronti di Salvatore Aldobrandi, il 73enne di Sanremo sospettato di essere il killer di Sargonia Dankha, scomparsa in Svezia nel 1995 e mai ritrovata, probabilmente uccisa e fatta a pezzi.

A Genova, dopo il rinvio a giudizio immediato, è iniziato invece il dibattimento che riguaderderà l’omicidio di Javier Alfredo Miranda Romero, ucciso con una freccia da Evaristo Scalco nel novembre 2022. L’uomo, 63 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi (per aver colpito la vittima solo perché aveva fatto rumore sotto alla sua abitazione) e dallo sfondo razziale (per averle rivolto frasi discriminatorie, prima e durante il delitto) e, come Paglialonga, rischia l’ergastolo.

A Como è stato fermato intanto il fidanzato di una ragazza di 21 anni ridotta in fin di vita da una coltellata alla gola: il giovane, 25enne originario di Varese, avrebbe già diversi precedenti alle spalle. Nel corso dell’arresto, avrebbe aggredito un agente. È accusato di tentato omicidio.