Il velocista nigeriano Divine Oduduru è stato squalificato sei anni per doping dalla l’Athletics Integrity Unit
Squalificato sei anni per doping Divine Oduduru
Il velocista nigeriano Divine Oduduru è stato squalificato sei anni per doping dalla l’Athletics Integrity Unit. L’atleta specializzato nei 100 e 200 metri piani, nato il 7 ottobre 1996, negli anni aveva conquistato importanti record: quello nazionale nigeriano dei 200 metri piani con un tempo di 19,73 secondi e il record personale di 9,86 secondi nei 100 metri piani. Tanti i successi sulle piste, dalle vittorie nei Campionati NCAA per i titoli dei 100 e 200 metri passando per le medaglie ai Campionati del Mondo U20 e ai Campionati Africani. Traguardi importanti che hanno portato il giovane atleta africano alla possibilità di firmare nel 2019 un contratto di sponsorizzazione con Puma. Ora però, torniamo a parlare del velocista africano per la squalifica di sei anni per doping inflitta dall’Athletics Integrity Unit. Ma iniziamo dagli avvenimenti risalenti al 2022.
E’ il gennaio 2022 infatti e la RICO – ovvero il Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act statunitense, approvato nel 1970 con il fine di combattere il racket e le organizzazioni criminali – si era interessata a Eric Lira, naturopata americano, aprendo nei suoi confronti una indagine. Gli sviluppi dell’indagine avrebbero scoperto che Lira aveva consegnato in un periodo precedente alla Olimpiadi di Tokyo delle sostanze dopanti a due atleti. Le indagini hanno scoperto che uno degli atleti era la nigeriana Blessing Okagbare, specializzata nel salto in lungo. In seguito, Okagbare è stata sospesa per 10 anni per violazione delle regole antidoping di World Athletics, essendo stata trovata positiva all’ormone della crescita in un test antidoping. L’altro era Divine Oduduru.
Divine Oduduru, arriva la decisione della Athletics Integrity Unit: squalifica di sei anni per doping
La vicenda iniziata a gennaio 2022 ora si sposta ai primi di febbraio 2023. Uno dei protagonisti della vicenda è ancora l’Athletics Integrity Unit (AIU), ovvero l’organizzazione nata nel 2017 dalla International Association of Athletics Federations (IAAF, ora World Athletics) per garantire la lotta al doping nell’atletica leggera, la sua integrità e la promozione di programmi di educazione e prevenzione. Nella data sopracitata proprio l’Athletics Integrity Unit aveva deliberato una sospensione provvisoria nei confronti di Divine Oduduru. Il motivo? Sull’atleta nigeriano pendevano le accuse di aver violato in due punti il regolamento del Codice Mondiale Antidoping (detto anche regolamento WADA). Nello specifico Oduduru avrebbe posseduto e forse usato delle sostanze dopanti. Il Tribunale disciplinare ha infine deciso per la squalifica di sei anni, alla luce delle violazioni dei punti 2.6 (possesso di sostanze dopanti) e 2.2 (uso o tentato uso di più sostanze proibite) del codice sopracitato. Nel periodo in cui l’indagine ha preso il via, Divine Oduduru si è sottoposto ad ulteriori test e analisi anti-doping, risultate negative e finalizzate alla sua non colpevolezza. E se per il corridore nigeriano adesso in inizia un capitolo molto delicato dalla sua vita e della sua carriera, questa estate avevamo scritto della storia a lieto fine di Peter Bol. La stella australiana del mezzofondo può tornare a correre dopo che la Sport Integrity Australia ha chiuso le indagini sull’atleta dopo il test antidoping risultato “falso positivo”. A gennaio di quest’anno Bol venne inizialmente sospeso a causa del livello di eritropoietina sintetica (l’EPO) superiore alla norma. “Inizialmente sospeso” perchè poco dopo il campione B del ventinovenne non risultava ne positivo ne negativo. In base a questo, la Sport Integrity Australia ha verificato anche lo stato del precedente campione A, definendolo negativo. Il campione quindi era un falso positivo, come sempre affermato dal diretto interessato e ora confermato dalle autorità. Indagine conclusa e come dicevamo poco fa, incubo finito per il corridore.