Israele e Hamas, due giocatori principali, più altri attori che s’inseriscono nel contesto, sostenendo l’uno o l’altro. Ma come sono formate le fazioni? E i governi rispondono sempre al sentiment dei loro popoli? Il panorama geopolitico del Medio Oriente è in continua evoluzione, e la questione israelo-palestinese non fa eccezione. Ma quale ruolo giocano le altre nazioni in questo intricato contesto? Nel nuovo conflitto in Israele, quali sono i Paesi che appoggiano Israele e quali sostengono Hamas?
Conflitto Israele Hamas: quali Paesi sostengono Israele?
Israele ha una vasta rete di alleati, che comprende nazioni occidentali e non solo:
- Stati Uniti: la loro relazione con Israele risale al 1948, quando riconobbero ufficialmente lo Stato ebraico. Gli USA hanno continuato a fornire sostegno sia diplomatico che militare.
- Europa: Paesi come Regno Unito, Francia, Germania e Italia, insieme ad altri, hanno condannato gli atti di Hamas e manifestato supporto a Israele. Una dichiarazione congiunta recente ha ribadito il sostegno a Israele nella sua lotta contro il terrorismo.
- Altri alleati: oltre alle nazioni occidentali, paesi come India, Canada e Australia hanno espresso il loro sostegno, con l’India che si fa portavoce dell’importanza di solidarietà in questi tempi turbolenti.
I Paesi che hanno apertamente confermato il loro sostegno a Israele dopo l’attacco sono quindi i seguenti: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Italia, Germania, Austria, Norvegia, Australia, India, Canada.
Quali Paesi sostengono Hamas
Anche Hamas può contare su una rete diversa di alleati, che appoggiano invece la causa palestinese:
- Iran: Si è distinto come principale sostenitore di Hamas, fornendo assistenza finanziaria e militare.
- Qatar: Oltre all’Iran, anche il Qatar ha svolto un ruolo fondamentale nel fornire sostegno finanziario e diventando un rifugio per i leader di Hamas.
- Altri alleati: nazioni come Turchia, Libano, Siria e Yemen hanno mostrato il loro sostegno in varie occasioni, insieme alla Lega Araba.
Si parla di Paesi che non vedono Hamas come un’organizzazione terroristica, opinione diffusa tra i Paesi citati nel paragrafo precedente, bensì come un legittimo partito politico. Questi Paesi sono i seguenti: Iran, Qatar, Turchia, Libano, Siria, Yemen, Lega Araba (Arabia Saudita, Egitto, Giordania e Siria).
C’è anche da considerare il fatto che diversi Paesi tra quelli citati, pur esprimendo il loro appoggio o sostegno all’una o all’altra fazione, sono anche i primi a chiedere una de-escalation e un nuovo accordo di pace.
Cosa dice l’opinione pubblica?
MoltiPpaesi occidentali vedono il loro sostegno a Israele come una posizione morale, data la percezione dei metodi utilizzati da Hamas. Tuttavia, questa posizione è vista con scetticismo da molte altre popolazioni. La controversia sulla questione palestinese e la percezione di un doppio standard da parte dell’Occidente hanno infatti alimentato la fiamma del dibattito. E non è affatto detto che se un governo appoggia una fazione, il popolo che amministra sia della stessa idea.
In diversi Paesi che hanno dato sostegno a Israele, infatti, si sono registrate anche diverse manifestazioni pro-Palestina e anche pro Hamas, anche nelle università italiane. Opinioni spesso represse dal governo (il ministro Valditara ha affermato che gli studenti che inneggiano ad Hamas devono essere sanzionati dalla legge) o dalla televisione (Patrick Zaki non sarà più ospite da Fabio Fazio come originariamente previsto per aver espresso una sua opinione sul conflitto).
Inoltre, c’è da tirare in ballo anche la Risoluzione 242 delle Nazioni Unite del 1967, che chiedeva il ritiro delle forze israeliane dai territori occupati, e che risulta ancora un punto dolente, soprattutto considerando il frequente uso del diritto di veto degli Stati Uniti a favore di Israele.
Anche all’interno dell’UE, le opinioni divergono. La questione degli aiuti ai palestinesi è stata un punto di frizione, con alcuni che sostengono che gli aiuti vadano direttamente alla popolazione e non ad Hamas. Privare i palestinesi dell’assistenza significherebbe potenzialmente rafforzare gli estremisti, aumentando ulteriormente la tensione nella regione. Ci sono stati molti equivoci rispetto ad alcune affermazioni rilasciate subito dopo il conflitto, a cui poi è seguito un ambiguo dietrofront (ne abbiamo parlato in questo articolo).
Russia e Ucraina: le posizioni
Mentre il presidente ucraino Zelensky ha paragonato Hamas alla Russia, fonti suggeriscono che la Russia mantiene una posizione equidistante sulla crisi. Tuttavia, figure come l’ultranazionalista russo Alexander Dugin e il leader ceceno Ramzan Kadyrov esprimono forte sostegno a Hamas e all’Iran.
Algeria e Iraq hanno condannato gli attacchi israeliani a Gaza e criticato Israele per decenni di oppressione. L’ONU ha lanciato un avvertimento contro l’occupazione totale di Gaza da parte di Israele. L’Italia, con altri paesi del gruppo Quint (Francia e Germania, oltre a Regno Unito e USA), ha espresso sostegno a Israele, ma riconosce anche le aspirazioni palestinesi, condannando Hamas per non rappresentarle adeguatamente.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina e Israele: una breve sintesi storica
La Palestina, un territorio ubicato strategicamente tra l’Africa e l’Asia, ha rivestito un ruolo fondamentale nelle vicende storiche del Medio Oriente. In tempi antichi, faceva parte dell’Impero Ottomano e ha visto varie trasformazioni demografiche, con Gerusalemme emergente come hub centrale.
Dal XX secolo, gli abitanti arabi di questa regione hanno iniziato a identificarsi come palestinesi. La loro aspirazione principale è stata quella di stabilire un’entità statale sovrana in quella che è una delle aree più contese del globo. Essere riconosciuti come uno Stato non è un mero simbolo, ma un diritto fondamentale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite.
Il 14 maggio 1948, Israele è stato dichiarato come stato indipendente. Questa azione ha portato a ulteriori complicazioni, con il 70% delle nazioni membri dell’ONU che ora riconoscono lo Stato di Palestina. Tuttavia, la sovranità e il controllo dei territori come la Cisgiordania e la Striscia di Gaza rimangono materie complesse e in continua evoluzione.
Nonostante il desiderio di autodeterminazione, la strada verso il riconoscimento completo è intricata. Mentre 139 Paesi riconoscono la Palestina come uno stato indipendente, alcune potenze globali, come gli Stati Uniti, non lo hanno fatto.
L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) ha proclamato l’indipendenza palestinese nel 1988, stabilendo relazioni diplomatiche con la maggior parte dei Paesi del mondo. Tuttavia, alcuni paesi occidentali, pur riconoscendo l’OLP come rappresentante legittimo, non hanno riconosciuto formalmente l’indipendenza della Palestina.
Parlando di riconoscimento, è invece importante guardare anche all’altro versante, quello nei riguardi di Israele, e in particolare alla Lega Araba. Sebbene l’Egitto e la Giordania abbiano riconosciuto Israele, ci sono voluti decenni prima che altre nazioni arabe facessero altrettanto. Solo nel 2020, con gli Accordi di Abramo, Paesi come gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, il Marocco e il Sudan hanno iniziato a stabilire legami con Israele.