Dov’è Shani Louk? Potrebbe trovarsi a Gaza, in un letto d’ospedale, ma soprattutto speriamo che sia viva. La madre di Shani, di nazionalità tedesca, è convinta di questa possibilità e lo ribadisce con forza.
Shani Louk è viva? Le ultime notizie
Shani Louk, una giovane tedesca di 22 anni, è diventata una figura conosciuta da tutti noi. L’abbiamo vista in una situazione estremamente critica: distesa immobile, forse morta o semplicemente svenuta, su un pick-up, indossando solo biancheria intima. Una delle sue gambe appare piegata in modo innaturale, la testa è ferita e si può notare o immaginare una grave lesione cranica. Gli uomini che l’hanno trasportata sul pick-up la trattano come un trofeo, gridando slogan come “Dio è grande!”. Alcuni di loro tengono in mano armi da fuoco, dimostrando un atteggiamento di totale disprezzo per la vita dei civili.
Tuttavia, la madre di Shani, Ricarda Louk, si aggrappa a una speranza: crede che sua figlia sia ancora viva. Afferma di aver ricevuto un messaggio da un conoscente a Gaza che afferma che Shani è gravemente ferita e ricoverata in un ospedale lì. Purtroppo, il conoscente non ha potuto visitarla di persona. Inoltre, Ricarda è convinta che il messaggio sia autentico, in quanto la carta di credito di sua figlia è stata utilizzata nei pressi dell’ospedale di Gaza dopo il rapimento.
È un segno di speranza da parte di chi si rifiuta di accettare la tragica realtà? Oppure potrebbe essere un sinistro tentativo di depistaggio, che illude coloro che non possono e non vogliono credere che la loro figlia sia stata uccisa?
L’appello della madre
In questo momento difficile, Ricarda Louk ha lanciato un accorato appello alla ministra degli Esteri Annalena Baerbock e all’ambasciatore tedesco Steffan Seibert, l’ex portavoce della cancelliera Merkel. Nel suo appello, ha espresso la sua richiesta affinché il governo tedesco agisca rapidamente. “Questo è il mio disperato appello a tutto il Paese, alla Germania, affinché mi aiuti a riportare la mia Shani a casa, in salute. Finora non abbiamo avuto l’impressione che il ministero degli Esteri abbia esaurito tutte le possibilità”.
Shani Louk aveva partecipato a un festival vicino al kibbutz Reem, nel deserto del Negev. Amava i festival e si spostava in vari paesi per seguirli. Era, o forse possiamo ancora dire è, un’artista.